Qualcuno ancora crede che la guerra in Iraq sia stata, non dico giusta, non dico motivata (parlo di motivazioni ufficiali), non dico opportuna, non dico un successo, non dico conveniente, ma almeno almeno non proprio un clamoroso disastro per l'occidente in termini di costi, economici e di vite umane, in termini di affermazione e credibilità della sua democrazia, in termini di lotta al terrorismo, o anche solo in termini di risultato ottenuto sul delicatissimo e difficile equilibrio di quella regione?
PS: naturalmente questo non toglie nulla al dolore per la vita spezzata di quei bravi ragazzi italiani che nulla avevano a che vedere con quella guerra, semmai con i suoi postumi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
bene,bene,
il mio programma di rieducazione inizia a funzionare.
anyway concordo nel rispetto per i caduti di tutte le guerre e di nassyria oggi, e ricordo che qualcuno su invito di qualcun altro, direi per questioni private, ha mandato quei ragazzi a farsi saltare in aria, e oggi dpone corone con lacrime di coccodrillo.
(per questioni private intendo, risanamento economico interno, spese militari, ricerca di consenso con interventismo ottocentesco, visibilità politica and so on)
Programma di rieducazione? O forse stai scoprendo la mia?
Anyway quei ragazzi stavano là per il recupero della situazione 'dopo' che il danno era già stato bello che fatto. Ed era ed è una missione meritoria. Così come uscire ora dall'Iraq in fretta e furia sarebbe provocare un disastro ancora peggiore di quello ottenuto finora.
sai qual'è il punto, ho solo metà del sangue italiano, e quindi per me i ragazzi sono tutti uguali pure quelli partiti per primi con la testa piena di patriottismo da bar e che parlavano in inglese o in qualche slang americano.
Infatti sono tutti ragazzi allo stesso modo, qualsiasi sia la loro provenienza. Quello che cambia sono le loro 'missions' e le ragioni per le quali si trovano là.
Posta un commento