martedì 3 febbraio 2009

MANIFESTO DEL CONSERVATORE


Prima di tutto il Vero Conservatore si guarderà bene dal confondersi con i reazionari, i retrogradi, i tradizionalisti, i nostalgici; perché il Vero Conservatore intende “continuare mantenendo”, e non tornare indietro e rifare esperienze fallite. Il Vero Conservatore sa che a problemi nuovi occorrono risposte nuove, ispirate a principi permanenti”.

Il Vero Conservatore è persuaso di essere, se non l’uomo di domani, certamente l’uomo del dopodomani”.

Il Vero Conservatore si guarderà bene del dare un sigillo religioso alla propria dottrina, perché la dottrina del Vero Conservatore non è fondata sopra una rivelazione ma sopra i fatti e il ragionamento”.

Il Vero Conservatore è per la natura contro l’astrattismo, per il provato contro il teorizzato, per il permanente contro il transeunte”.

Il Vero Conservatore accetta la necessità di cambiamenti politici, poiché la storia è cambiamento continuo; ma vuole che il cambiamento avvenga con prudenza, con calma, con successivi e tempestivi gradi”.

Il Vero Conservatore sa che la fonte maggiore del rispetto sociale è l’autorità, che l’esempio vale più dei discorsi; e quindi cercherà di essere un campione, insieme con la propria famiglia, delle virtù che fanno generalmente guadagnare l’autorità: ossia il compimento dei propri doveri, l’onestà personale, la capacità di giudizio non partigiano, il mantenimento della parola data, la specchiatezza dei costumi, la coerenza dell’azione con il pensiero, la modestia nella vita sociale”.

Il Vero Conservatore rispetta la libertà dei culti religiosi, ma non permette ad alcun gruppo religioso di esercitare influenza sulla vita politica della società”.

Il Vero Conservatore sa che l’estensione della burocrazia, (…) l’aumento progressivo delle tasse, la svalutazione della moneta sono stati sempre il principio della decadenza delle società e hanno annunziato il principio della fine della loro indipendenza”.

Il Vero Conservatore è piuttosto pessimista per natura; non crede che gli uomini nascano buoni e siano fatti cattivi dalla società, bensì che quel poco di buono che ci si può aspettare dagli uomini è il risultato lento di secoli di lotta e di compressione della società per ottenere da esseri naturalmente aggressivi uno sforzo alla collaborazione. Il Vero Conservatore sa che la devozione alla patria, il senso del dovere, il rispetto umano sono virtù di pochi”.

Il Vero Conservatore non ha nostalgia del passato, giudica severamente il presente, e non gli sorride l’immagine del futuro; egli sa che i governi son tutti, all’incirca, oppressivi, tutte le rivolte creatrici di tirannie, e le felicità sognate tutte irraggiungibili; perciò teme i trapassi, le rivoluzioni, le agonie delle attese, le turpitudini delle promesse, i trionfi dei profittatori; e dice agli uomini di contentarsi di ritocchi sensati, di riforme serie, di pazienti creazioni di nuovi sistemi”.

Giuseppe Prezzolini

("Manifesto del Conservatore", Milano, Rusconi, 1972)

Per la selezione dei brani ringrazio Camelot:

http://www.camelotdestraideale.it/index.php/2007/07/01/giuseppe-prezzolini-il-manifesto-dei-conservatori/


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