sabato 31 gennaio 2009

DUE PAROLE SUL LODO ALFANO

Io, come un considerevole numero di cittadini italiani, si era rotto le scatole di avere il leader del partito vincitore delle elezioni ed il suo legittimo governo del paese sotto 'scacco permanente' (tecnicamente si tratta di una situazione di 'stallo', che consente ad un giocatore che non in grado di vincere la partita, di impedirne lo sviluppo ulteriore) da parte della magistratura. Di quì la mia non-contrarietà al lodo Alfano

C'è chi sostiene che Il lodo Alfano sia una vergogna 'senza se e senza ma' e che la suddetta motivazione - Il lodo Alfano serve per evitare che il governo possa rimanere sotto scacco da parte della Magistratura - implichi elementi gravi ed inquietanti: 1) si afferma una sorta di diritto dell'esecutivo a non essere "disturbato" mentre svolge le sue funzioni, ovvero un esonero da quell'attività di controllo che, invece, tutti i cittadini subiscono e che a maggior ragione deve subire chi ha in mano il potere di governo; 2) si attribuiscono alla magistratura intenti ed obiettivi eversivi e si afferma inoltre una sfiducia totale negli strumenti processuali che consentono di reagire a condanne ritenute ingiuste (ci son tre gradi di giudizio).

Il fatto è che da circa quindici anni assistiamo al reiterarsi di procedimenti giudiziari, con le più svariate imputazioni, nei confronti di un imputato eccellente, Silvio Berlusconi, senza che da nessuno di essi, alla fine del regolare processo, ne sia risultata una condanna definitiva. Anche non volendo mettere in discussione la buona fede del loro intento, è un dato di fatto che tali procedimenti si siano risolti in un loro fallimento processuale, che comunque ha comportato un 'disturbo' e delle serie ed importanti conseguenze sul normale svolgimento della vita politica del paese.

In ragione di questa doppia peculiarità italiana - inefficienza della nostra giustizia ed oggettivo accanimento di procedimenti nei confronti di un importante suo leader politico - un obbrobrio tutto italiano come il lodo Alfano trova, a mio giudizio, la sua logica e piena ragion d'essere.


Da questa stessa ragion d'essere mi pare che derivi la vera motivazione di almeno una parte di chi si oppone fortemente al lodo Alfano: la fine della speranza di poter ribaltare la situazione politica italiana (almeno la leadership di Silvio Berlusconi) per via giudiziaria, visto che farlo per la normale via democratica appare al momento assai difficile.


Il quadro, che mi pare oramai chiaro a tutti, è che in Italia abbiamo una Giustizia che non funziona. Le vere vittime, più che un Berlusconi che comunque, almeno quanto subire, ha giovato della sua 'eccezionalità', sono i cittadini normali dello stato Italiano.

Non mi interessa fare graduatorie di responsabilità della situazione attuale tra politici e magistrati. Stà di fatto che è risultato assai difficile, fino ad ora, mettere in piedi una sostanziale modifica, che è tuttavia universalmente ritenuta necessaria, del sistema e delle leggi che regolano il funzionamento dell'apparato giudiziario.

Auspico che finalmente si pensi seriamente a questo, e che finalmente si mettano da parte i casi 'particolari' eccellenti (anche per questo sono non-contrario al lodo Alfano).

Dovendo tuttavia registrare la forte opposizione della magistratura a qualsiasi ipotesi di riforma presentata, sul fatto che da parte dei magistrati si pensi all'interesse del cittadino comune e non tanto alla difesa di propri privilegi e interessi categoriali, qualche dubbio sinceramente ce l'avrei.

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