Fino a prova contraria, la RAI è un servizio pubblico, pagato - anche - dai contribuenti.
L'informazione pubblica è soggetta a delle regole (che dovrebbero, fino a prova contraria, valere per tutti coloro i quali esercitino l'informazione sul servizio pubblico).
Fino a prova contraria esistono dei limiti di decenza e di buon gusto, anch'essi di valore ed estensione universali.
Per tutti. Fuorché 'the untouchable'.
Chiunque tocchi Santoro (e chi lavora con lui), anche se con motivazioni evidenti, legittime e largamente condivise, automaticamente viene accusato di esercitare una intollerabile censura. Di stampo insindacabilmente fascista e autoritario.
La Corte Costituzionale, nell’interpretazione dell’art. 21 della Costituzione, ha riconosciuto in ben
quattro sentenze l'esistenza di un vero e proprio “diritto all'informazione”, affermando il principio che i cittadini-utenti hanno il diritto di ricevere “un’informazione completa, obiettiva, imparziale ed equilibrata”.
Esattamente ciò che non fa Santoro, che, viceversa, fa un'informazione parziale, teleguidata, a tesi e faziosa.
Nello specifico delle famose vignette di Vauro, mi chiedo:
1) mettere in rapporto i poveri morti che ci sono stati in questo terremoto con il 'piano casa' (ancora in nuce) dell'attuale governo, come se ci potesse essere un nesso logico o consequenziale tra le due cose, è apprezzabile satira politica?
2) dipingere Berlusconi-Nerone che canta con la lira in mano, nonostante il disastro, ma felice di poter realizzare le sue new town, è obiettivo contributo di analisi per l'utente televisivo?
3) cercare di far passare surrettiziamente Berlusconi almeno come concausa di un immane disastro naturale come il terremoto d'Abbruzzo, è informazione pubblica?
4) l'esser 'libero di cambiare canale' esime il contribuente-utente del servizio pubblico dal potersi indignare dovendo comunque subire un servizio pubblico indecente e volgare?
Vauro e le sue vignette sono stati indegni.
Che sia giusto o no punire Vauro è un altro discorso: in effetti non ritengo fosse solo lui da sanzionare, e comunque non ritengo giusto fare di lui un capro espiatorio.
Tuttavia Santoro è meglio che rimanga: meglio in tv che martire.
Esattamente ciò che non fa Santoro, che, viceversa, fa un'informazione parziale, teleguidata, a tesi e faziosa.
Nello specifico delle famose vignette di Vauro, mi chiedo:
1) mettere in rapporto i poveri morti che ci sono stati in questo terremoto con il 'piano casa' (ancora in nuce) dell'attuale governo, come se ci potesse essere un nesso logico o consequenziale tra le due cose, è apprezzabile satira politica?
2) dipingere Berlusconi-Nerone che canta con la lira in mano, nonostante il disastro, ma felice di poter realizzare le sue new town, è obiettivo contributo di analisi per l'utente televisivo?
3) cercare di far passare surrettiziamente Berlusconi almeno come concausa di un immane disastro naturale come il terremoto d'Abbruzzo, è informazione pubblica?
4) l'esser 'libero di cambiare canale' esime il contribuente-utente del servizio pubblico dal potersi indignare dovendo comunque subire un servizio pubblico indecente e volgare?
Vauro e le sue vignette sono stati indegni.
Che sia giusto o no punire Vauro è un altro discorso: in effetti non ritengo fosse solo lui da sanzionare, e comunque non ritengo giusto fare di lui un capro espiatorio.
Tuttavia Santoro è meglio che rimanga: meglio in tv che martire.
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