sabato 17 ottobre 2009

L'internazionale dell'antiberlusconismo


«Ci sono due Italie. Voi parlate una lingua che ha unificato il paese, ma l'italiano che parla Silvio Berlusconi non è l'italiano che parla Rita Levi Montalcini. Voi dovete scegliere tra le parole di Rita Levi Montalcini e i pensieri che Silvio Berlusconi non ha. Ci sono periodi più o meno felici, pagine di storia più o meno nere, ma le vittorie e le sconfitte non sono mai totali. Il fascismo? Non dico che sia dietro l'angolo, ma è ovunque. Non tornerà con le camicie nere e saluto romano, ma veste Armani e usa l'acqua di colonia e ha molti soldi, molti soldi per continuare il suo processo di corruzione». «Berlusconi è un politico e una persona indecente. Si tratta di un esibizionista sessuale. Ma perché gli italiani l'hanno scelto per tre volte? Forse questi italiani sono d'accordo con lui». «Da troppi anni in Italia c'è questo problema. Io vi chiedo perché avete questa grande cultura e avete anche Silvio Berlusconi? Silvio Berlusconi rappresenta le tenebre». «Berlusconi è indecente perché non chiede scusa e perché continua il suo processo di corruzione. Noi in Portogallo abbiamo abbattuto la dittatura con un colpo di stato». «Non dico che dovete fare lo stesso in Italia, ma perché non usate il voto per cambiare? Trovatene uno decente». «Il piccolo partito di Antonio Di Pietro, l'ex magistrato di Mani Pulite, può diventare il revulsivo di cui l'Italia ha bisogno per arrivare a una catarsi collettiva che risvegli all'azione civica il meglio della società italiana».

Queste sono le parole di José Saramago, intellettuale portoghese militante comunista e scrittore premio Nobel (naturalmente non c'è relazione tra le tre cose. O forse sì?), al teatro Quirino di Roma, ultima tappa di un tour che lo ha portato in giro per l'Italia (Torino, Alba, Milano) per promuovere il suo libro "Il quaderno", raccolta dei post scritti sul suo blog, pubblicato da Bollati Boringhieri, dove si parla ampiamente dell'Italia descritta vittima del "fascismo stile Armani" di Silvio Berlusconi e in preda a mafia e camorra (era annunciata, poi annullata, la partecipazione di Roberto Saviano).
Anche la giovanissima moglie (rispetto a Saramago che ha 86 anni), la traduttrice Pilar del Rio, sale sul palco e, raccontando di come ha convinto Saramago ad aprire un blog, dice: «Le donne oltre a essere belle sono anche intelligenti, capito Silvio Berlusconi?». Frase seguita naturalmente dall'apoteosi del pubblico in sala. Già, il pubblico in sala. Del pubblico e del clima in sala se ne può avere una idea dalla battuta che fa una coppia in prima fila che quasi sfiora il palcoscenico: «Da qui si vede benissimo... è perfetto... anche se uno gli vuole sparare... meno male che a Giosè qui gli vogliamo tutti bene...».

Certo che, a sentir loro, deve essere terribile vivere nell'Italia che loro descrivono e sotto una ferrea dittatura come quella di Silvio Berlusconi. Mi chiedo: ma perché non tornano ad occuparsi dei problemi loro, in casa loro, magari portandosi dietro (il Portogallo va benissimo) quel grand'uomo di Antonio Di Pietro e anche quelli del pubblico in sala che la pensano come loro? Poveracci, perché lasciarli in quest'inferno in mezzo a tanti deficienti che votano un Silvio Berlusconi?

Nota: lo spunto per questo post e la fonte delle frasi riportate è questo articolo di Luca Mastrantonio sul Riformista.

Update: "Non vedo quale altro nome potrei dargli (a Silvio Berlusconi; ndnick). Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che che dà feste, organizza orge e comanda un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte del paese di Giuseppe Verdi se un vomito profondo non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene e distruggere il cuore di una delle più ricche culture europee."
José Saramado (da La cosa Berlusconi, El País, 7 giugno 2009; citato ne il manifesto, 8 giugno 2009, p. 2)

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