lunedì 18 gennaio 2010

L'insostenibile leggerezza dello Stato

"Siamo in un pazzotico gioco dell’oca, con la discussione sulle riforme istituzionali che segue sempre lo stesso percorso e torna sempre al punto di partenza. Si comincia reclamandone l’urgenza ed annunciandole; un drappello di campioni, presi dalle diverse parti, discettano sui contenuti, trovandosi sostanzialmente d’accordo e a dir le stesse cose, da anni; segue una discussione sul “metodo”, che evoca un clima di concordia; a quel punto qualcuno dice che se si devono fare si facciano, l’altro risponde che se le fanno subito vuol dire che le si fa contro qualcuno, pertanto minaccia la guerra civile; e qui s’alza chi calza il cappello del saggio, annunciando la necessità che le riforme siano “condivise”. E siamo al punto di partenza."

"L’emergenza dichiarata, pertanto, è solo un “trucco” amministrativo, capace, si auspica, di portare alla costruzione di nuovi edifici. Niente gare, niente trasparenza, niente ricorsi al Tar, solo soldi, decisioni e realizzazione. Nella riservatezza, per giunta.
Con un certo gusto macabro, è stato chiamato “modello L’Aquila”. Teorizzando, in questo modo, che solo in caso di disgrazia l’Italia riesce a funzionare. Procurandoci qualche disastro, o, più opportunamente, simulandone l’esistenza, potremmo provare a modernizzare l’Italia. Non sfugga, però, il reale significato di questo che non è un paradosso, ma l’evidente realtà: solo violando le proprie leggi lo Stato riesce a funzionare. E se lo fa lo Stato, figuratevi i cittadini, che osservano le regole cercandone non il punto forte, per il bene collettivo, ma quello debole, per il tornaconto privato. Con una postilla: prima si applaude chi “risolve”, nonostante gli ostacoli, poi, però, lo stesso può ben essere inquisito e condannato esattamente per lo stesso motivo per cui lo si applaudì. La legge inapplicabile rende accettabile l’aggiramento, ma questo consegna un potere discrezionale enorme nelle mani di chi amministra la giustizia. Ora, che razza di dignità ha uno Stato che per rimuovere la spazzatura, procurarsi un vaccino o costruire una cella deve prima sospendere la validità delle leggi? Non è una domanda retorica, perché questo è il nostro Stato."

Davide Giacalone

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