lunedì 26 aprile 2010

Chi colpisce Fini uccide il Pdl

"Mentre guardavo la direzione nazionale (del Pdl) via internet, pateticamente, mi appuntavo anche i temi sui quali ero o non ero d’accordo con Fini. A un certo punto quegli uomini benvestiti che si agitavano accoratamente sembravano addirittura un partito, un vero partito forse per la prima volta. Passavano in secondo piano anche la solita scenografia-fotocopia (quella sì) nonché una claque che è apparsa patetica e ossequiente da entrambe le parti, come tutte le claque del mondo: ma per il resto ebbene sì, sembrava un partito, e questo non per un feticismo della democrazia volto a santificare persino il litigio e la baruffa, ma perché ciò che sfilava sul palco per una volta era un reality, per una volta era tutto vero, scena senza retroscena. Un giornalista straniero che avesse ignorato i prodromi e la coda polemica che ha preceduto la direzione nazionale di ieri (riunita per la prima volta in un anno) avrebbe anche potuto pensare che però, questi italiani: parlano chiaro come nordici, altro che fumi e bizantinismi, sembra il Ppe tedesco."
"Non avevo capito niente. Il Pdl è un partito plebiscitario con venature populiste, punto e basta. Lo è perché lo si vuole così. Non ha un progetto per cui chiede voti, ma chiede voti per elaborare un progetto. Meno male che Silvio c’è. Meno male che Tremonti c’è. Eccetera. Questo non piace a tutti, e Fini su questo sfondo è divenuto il reagente di tutte le contraddizioni, lo sfiatatoio di apnee che forse duravano da troppo tempo. A molti interessa solo fare la conta, a me interessa che l’ennesima identità, quale che sia, andrà probabilmente annacquata."

Anch'io avevo avuto la stessa impressione di Filippo Facci. Anch'io come Filippo Facci mi sono purtroppo dovuto rendere conto che la situazione reale del partito è assai diversa, brutta esattamente come la si fa apparire. Una situazione che a mio parere esprime molto bene quello che trovo sia il vero problema del centro-destra italiano attuale. Che non è certamente il signor Gianfranco Fini, semmai proprio coloro che con più veemenza e intransigenza gli danno addosso (e cercano di estromettere lui e i suoi per soffiar le loro poltrone). Sono d'accordo con Filippo Facci quando sostiene: "A me di Gianfranco Fini non me ne frega niente, ma sto con lui." Perché certamente Fini non è il salvatore del Pdl, ma se Fini fosse messo fuori gioco dal partito di certo sarebbe la fine del Pdl. Almeno per me.

E questo anche senza bisogno di scendere nel merito delle questioni sollevate da Gianfranco Fini come fa qualcuno.

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