domenica 18 aprile 2010

Appunti random


"Dopo Veronica, altro divorzio in vista per Berlusconi. Se se ne va anche Leonardo si puo’ pensare a una class action" (Spinoza)

"Perché, comunque finisca questa litigata pubblica tra i due co-fondatori, il Pdl si è rotto."
(Antonio Polito)

"Il presidente della Camera ha chiesto a Berlusconi “Un Pdl più moderno, democratico, civile e legalitario”. In pratica, senza Berlusconi." (Spinoza)

"Dal punto di vista personale, la seconda Repubblica manca di classe dirigente, perché la scena è ancora occupata dalle terze file della prima, come da quanti non vi contavano nulla, per insipienza e irrilevanza politica. Si tratta, nell’insieme, di miracolati, che si sono convinti d’essere leaders politici." (...) "A ciò si è potuti giungere sia perché la politica s’è chiusa, divenendo essa stessa corporazione, premiando la canina fedeltà e alimentandola con ingiustificabili e detestati (dai cittadini) privilegi, sia perché la società tutta s’è culturalmente e moralmente impoverita. Non solo in politica, insomma, sembra che il premio spetti agli inutili, agli amorfi e agli smidollati, a patto che siano anche degli estremisti. Deficienti integrali, insomma." (...) "Gianfranco Fini ha delle ragioni, dalla sua parte. Anche nei sistemi presidenziali, anche in quelli spiccatamente leaderistici, la politica è il frutto del sommarsi d’idee e sensibilità diverse. La ricerca culturalmente libera, come anche l’iniziativa politica indipendente (ma coerente), devono essere viste come un bene, non come un fastidio. Una forza politica non può non avere sedi di collegialità e discussione. Ma ha accumulato anche torti non indifferenti. Non puoi passare mesi a far solo il controcanto, non puoi pensare di differenziarti su tutto, non puoi concentrarti nella gara a una successione che non c’è e non ci sarà, non puoi pensare di spingere il trasformismo al punto di smentire te stesso su quasi tutto, indossando i panni dell’opposto. Essersi accorto che Mussolini non era il più grande statista del secolo e che le leggi razziali furono un’infamia vergognosa è cosa buona e giusta, ma continuare a cercare di scandalizzare i radicali per eccesso di disinvoltura libertaria rischia di buttare tutto in farsa." (Davide Giacalone)

"Se infatti Fini,
spinto da un no di Berlusconi alla scelta drastica dei gruppi parlamentari autonomi, dovesse finire col giocare la sua partita nel recinto del centrodestra e con gli strumenti della tattica parlamentare, allora è facile prevedere che il Cavaliere se lo spolperà, gli prosciugherà le già esigue truppe, lo inchioderà a un consenso elettorale da forza residuale. L'unica strada che Fini può dunque seguire è quella della grande politica. Giocata nel Paese più che in Parlamento, alla Sarkozy, e avendo come target tutto lo spettro dell'elettorato, compreso quello che oggi non vota per il Cavaliere o non vota affatto. Il che comporta non solo avere un grande coraggio, ma anche un'idea generale di che cosa si vuole fare dell'Italia e del suo sistema politico, un progetto che finora non è stato ancora disegnato fino in fondo da Fini. Si tratterebbe cioè di smettere di vivere di luce riflessa, seppur da oppositore, di Berlusconi. Di parlare di sé, più che di lui.
Il problema di fronte al quale si trova l'Italia è infatti di uscire dalla Seconda Repubblica. Di archiviare, magari con il rispetto dovuto alla storia, questa versione caricaturale e tribale del bipolarismo, che da quindici anni non si occupa d'altro che di vincere le elezioni, senza mai sapere bene che fare dopo averle vinte. È significativo che su cinque elezioni generali, mai una volta chi ha governato sia stato confermato in carica. Questo non avviene nei bipolarismi. Avviene nella peristalsi della vita pubblica italiana, in cui pare che l'unica cosa che interessi a tutti i soggetti in campo - compresi quelli economici, sociali, istituzionali - sia stabilire se sei a favore o contro Berlusconi." (...) "Se il presidente della Camera ha fatto tutto quello che ha fatto per produrre questo scossone nella politica italiana, evviva. Se l'ha fatto per altri motivi minori e più futili, la pagherà. Ora bisogna dare un senso a questa storia, come canta Vasco Rossi. Perché, altrimenti, questa storia un senso non ce l'ha." (Antonio Polito)

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