"Oggi è il PdL di Berlusconi, attraverso il legame a doppio filo elettorale e soprattutto politico con Bossi, ad essere vicino al “Dio, Patria e famiglia” del reazionario Le Pen e delle destre anti-liberali. Fini invece ha oggi – proprio sui temi che lo renderebbero “estraneo” al PdL – idee e proposte più consonanti con quelle di Cameron, Merkel, Rajoy o Sarkozy, cioè di quella destra popolare e conservatrice che ‘contiene’ i liberali o governa con essi.
Questa competizione tra diverse idee di centrodestra e tra le diverse personalità chiamate in futuro a rappresentarle, secondo le regole di un “normale” partito maggioritario, avrebbe rafforzato un PdL aperto e inclusivo, capace di discutere e di non sentirsi ferito dalle divisioni o indebolito dai dissensi. Così, non è stato.
E’ il teorema-Verdini: il partito è solo la macchina del consenso berlusconiano, e dunque non bisogna disturbare il manovratore. Un errore fatale, di cui l’espulsione del reprobo Fini è stata una conseguenza patetica e obbligata. Ma il PdL che espelle Fini diviene una stella morta: fa ancora luce, ma non produce più nuove energie politiche, consuma, fin che dureranno, quelle esistenti.
Finito il tempo delle tattiche agostane, l’esistenza di “due centro-destra”, quello di Berlusconi e quello di Fini, sarà davanti agli occhi di tutti. Resteranno alleati nei prossimi semestri, per rispetto degli elettori e responsabilità nei confronti dell’Italia. Ma non sono più la stessa cosa e difficilmente a breve potranno tornare a esserlo."
mercoledì 25 agosto 2010
In Italia i centrodestra sono due
Scrive Benedetto Della Vedova:
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