Per capire le motivazioni vere e ciò che ne è alla base trovo illuminante questo articolo di Ugo Magri:
"c’è ben poco da fare: gli assalti della stampa berlusconiana hanno profondamente ferito la terza carica dello Stato. Fini, politicamente, non ha più nulla da perdere. E se nelle prossime settimane dovesse compiere mosse disperate, la colpa sarebbe di chi non ha letto «Il Principe» di Machiavelli, secondo cui i nemici «si debbono o vezzeggiare o spegnere», ferirli semplicemente è lo sbaglio peggiore. Berlusconi crede di aver capito in che modo l’ex amico Gianfranco gusterà la vendetta: alleandosi coi magistrati.
E bloccando qualunque tentativo di far scudo al premier contro le inchieste. Silvio ne parla a ruota libera per telefono, nei viaggi in aereo, a Villa La Certosa. Il suo incubo si chiama Mills. Sperava che la Cassazione avesse archiviato il processo, anticipando i termini della prescrizione. Invece no, conti alla mano il reato si cancellerà non prima dell’estate prossima. Nel frattempo la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sul legittimo impedimento, che permette al premier di disertare le udienze. La sentenza è attesa per metà dicembre e il Cavaliere nei suoi sfoghi non ha dubbio: darà ragione ai pm di Milano, lasciandolo in balia della loro sentenza sul caso Mills, inutile dire di condanna. Una vergogna mondiale per l’Italia, una catastrofe per il premier.
Dunque Berlusconi si prepara a giocare il tutto per tutto. O il Parlamento gli garantisce un salvacondotto (processo breve, lodo Alfano: come si chiamerà importa poco), e i finiani ci mettono sotto la firma. Oppure meglio giocare d’anticipo sulla condanna, e andare alle urne entro quest’anno. Sa di avere Bossi al suo fianco. Il leader della Lega reclama le elezioni anticipate due volte al dì, sostiene che «votare è meglio di una paralisi lunga tre anni», Napolitano dovrà prendere atto che non ci sono i numeri per un governo tecnico, «me lo chiederà e io gli risponderò di no», nel frattempo Fini dovrebbe togliere il disturbo da presidente della Camera, ormai non rappresenta la maggioranza da cui fu espresso... Nel clima di chiamata alle armi va letta pure la riunione convocata domani dal premier, tutti i capi della sua personale milizia (circoli, club, comitati) a rapporto per mettere in piedi una rete capillare che copra le 61.202 sezioni elettorali. Lo raccontano «motivatissimo». E pronto a presentarsi in Parlamento con un discorso «memorabile», atto d’accusa contro la giustizia politica, per colpire in una botta sola il «compagno» Fini e i pm «comunisti». Il sinedrio dei consiglieri prova a frenarlo, gli spiegano che semmai quel discorso andrebbe tenuto in serbo per giustificare la fine anticipata della legislatura."
Scrive tuttavia Amedeo La Mattina:
"Ma cosa può fare Berlusconi? Chiede la fiducia in Parlamento per dimostrare che il cofondatore del Pdl è un traditore? E i deputati e senatori dei gruppi Futuro e Libertà la voteranno senza battere ciglio. Anche se la fiducia fosse collegata ad alcuni punti non condivisi, come il processo breve: votare la fiducia su un progetto organico non significa condividere tutto. Poi però questi punti dovranno essere trasformati in disegni di legge che dovranno passare per le commissioni e le aule parlamentari. A quel punto si discute su cosa rientra o no nel programma di governo."
E a quel punto come potrebbe Silvio Berlusconi giustificare la crisi di governo e il ricorso alle urne se non con il suo motivo vero?
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