lunedì 2 gennaio 2012

Harold and Maude


Harold and Maude è uno straordinario film del 1971 diretto da Hal Ashby*.
La colonna sonora, anch'essa straordinaria, è di Cat Stevens e comprende bellissime canzoni già edite nei suoi primi tre album e da due brani inediti, tra cui il brano di apertura (Don't Be Shy) ed uno che canta Maude nel film (If You Want To Sing Out, Sing Out).

Harold è un agiato diciottenne, stanco della vita, che passa le sue giornate ad inscenare finti suicidi contro la madre e a recarsi a funerali di persone che non conosce. Durante una di queste celebrazioni conosce Maude, un'anziana donna prossima al compimento dell'ottantesimo compleanno. Ormai prossima alla morte, Maude è grande amante della vita, al contrario di Harold, costretto dalla figura pressante della madre ad una vita da incompreso. Insieme vivono piccole avventure, che fanno scoprire ad Harold un nuovo entusiasmo. Nasce tra i due una tenera amicizia, che sfocerà anche nell'amore. Intensamente innamorato di Maude e deciso a condurla a nozze, il giorno dell'ottantesimo compleanno le organizza una festa. L'atteggiamento titubante di lei gli fa intuire l'amara verità. Maude ha preso dei barbiturici: aveva del resto già detto ad Harold che "a ottant'anni si vegeta e basta". La corsa in ospedale non riuscirà a salvarla. Harold rimane così solo e finge un ultimo suicidio.


  • Psicologo: Dimmi Harold, che cosa fai per divertirti, quale attività ti dà un senso di godimento diverso dalle altre... e che cosa ti soddisfa veramente, cos'è che ti dà una particolare... sollecitazione?
    Harold: Andare ai funerali.
  • Harold: Però credo che lei scombussoli un po' la gente... non so se sia giusto...
    Maude: Bè... se qualcuno si scombussola è perché è troppo attaccato a qualche cosa. Io ho un po' la funzione di dolce monitrice, oggi ci siete domani chissà, non vi attaccate alle cose della vita.
  • Sai, Harold, secondo me gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa, permette che altra gente la consideri uguale. (Maude)
  • Vizi, virtù… non bisogna essere troppo moralisti se no si deve rinunciare a troppe cose nella vita. Prima il piacere poi la moralità. Devi applicare questo principio alla vita... solo così riesci a viverla nella sua pienezza. (Maude)
  • A un sacco di gente piace essere morta, però non è morta veramente... è solo che... si tira indietro dalla vita, e invece bisogna, bisogna cercare, correre i rischi... soffrire anche magari... ma, giocare la partita con decisione! (Maude)
  • Io non sono mai vissuto. Sono morto, qualche volta. (Harold)
  • Harold: Non fa più rivolte?
    Maude: Oh sì... tutti i giorni... ma adesso non ho più bisogno dell'ombrello per difendermi, combatto ancora per la roba grossa, ma lo faccio nel mio... piccolo, è una lotta individuale.
  • Poliziotto: La patente, per favore.
    Maude: Non ce l'ho... io non credo nelle patenti.
  • Harold: Maude... tu preghi?
    Maude: Prego? No... io comunico.
    Harold: Con Dio?
    Maude: Con la vita.
*) Hal Ashby è un regista dalla personalità ribelle e segnato da un'infanzia difficile. Cresciuto in relativa agiatezza ma all'interno di una rigida comunità mormona, all'età di 12 anni suo padre si suicida per essere stato abbandonato dalla moglie. Dirige numerosi film di successo sia di pubblico che di critica, inanellando una serie di storie atipiche, come l'inusuale incontro tra un giovane ed un'anziana donna in Harold and Maude o la surreale vicenda di un minorato mentale che rischia di divenire presidente degli Stati Uniti in Oltre il giardino con Peter Sellers. Il maggior successo commerciale di Ashby fu il film Shampoo con Warren Beatty, suo grande amico. Sebbene amato dalla critica (nel 1968 aveva già vinto l'Oscar per il suo montaggio del film La calda notte dell'ispettore Tibbs, mentre per il suo film Tornando a casa, che affronta il dramma della guerra in Vietnam, viene candidato all'Oscar come miglior regista e Jon Voight vince quello come migliore attore protagonista), il suo tipo di vita eccentrica da hippie vegetariano e dedito all'uso di droghe lo rende sempre più solitario, fino a spingerlo a ritirarsi a vivere spartanamente rifiutando persino di mangiare in presenza di altre persone. Questo gli rende difficile trovare altre occasioni di lavoro a Hollywood. Muore per un tumore nella sua casa di Malibù nel 1988.

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