Prodi non è mai stato amato. Caduto il suo secondo governo, il silenzio (più che rispettoso molto interessato) e l'abbandono, anche e soprattutto da parte della sua stessa parte politica, sembrano averlo avvolto. Lasciato nel nulla.
Ma chi è veramente costui e come è potuto diventare capo di governo e perché?
E' stato catapultato alla guida dello schieramento del centrosinistra per due volte e per la stessa ragione: un personaggio estraneo alla politica, soprattutto alla sinistra ufficiale (per ragioni di opportunità elettorale), che si prestasse a rappresentare la parte del leader dello schieramento. Chi meglio di lui, con la sua faccia di gomma e la capacità di sopportazione di Giobbe, ma nello stesso tempo sufficientemente orgoglioso e illuso da credere al suo ruolo di leader (in realtà fittizio)? La plausibile ragione della sua scelta è proprio nel suo "non essere": non abbastanza leader, cioè non abbastanza carismatico, politicamente definito e strutturato, "neutro" insomma, che non creasse eccessivi problemi a coloro i quali gli hanno assegnato quel ruolo. In più l'essere cattolico praticante ha sicuramente rappresentato una caratteristica gradita e strategicamente importante. Prodi è stato Presidente del Consiglio così come è stato Presidente dell'IRI: un nominato, un incaricato, un preposto ad una funzione. Nulla più.
La sua parte l'ha svolta a perfezione. Adesso semplicemente questa rappresentazione è finita. E nessuno lo andrà a cercare. Né gli mostrerà la benché minima riconoscenza.
Ah, la dura legge del teatro!
PS: per chi volesse documentarsi sull'attività e sul ruolo di Romano Prodi vedere quì:
http://leguerrecivili.splinder.com/post/16418316
sabato 8 marzo 2008
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