venerdì 4 aprile 2008

SULL'IMPARZIALITA' DEL PRESIDENTE

Dopo le recenti esternazioni di Berlusconi, nelle quali si ventilavano possibili difficoltà di azione di un suo prossimo governo a causa del contrasto politico con alcuni rappresentanti delle massime cariche istituzionali (Presidente della Repubblica, Corte suprema, Corte dei Conti) per il loro supposto orientamento ostile nei suoi confronti, si è scatenata una notevole polemica sulla infondatezza, o quantomeno sulla non opportunità, di tali affermazioni. Da parte di molti analisti e politici si è rivendicato, in particolare, il valore di assoluta ed imparziale terzietà della figura del Presidente della Repubblica, che svolge il suo ruolo e la sua funzione solo in quanto massimo garante del rispetto della Costituzione e, in sostanza, delle regole fondamentali della democrazia nel nostro paese.
A mio parere le affermazioni di Berlusconi, per come sono state fatte, sono state sicuramente non opportune, prova ne sia la loro pronta correzione fatta successivamente dallo stesso Berlusconi ed altri esponenti del suo gruppo. Tuttavia non si può negare che una fondatezza del dubbio sollevato da Berlusconi ci possa essere: Napolitano è una saggia persona adulta, di indubbie qualità, ma con un passato politico altrettanto indubitatamente ben definito e chiaramente opposto a quello del cavaliere; la sua elezione non è avvenuta attraverso la ricerca di una scelta condivisa con l'opposizione, ma è stato imposto dalla maggioranza come esponente di quella stessa maggioranza. Dunque perché si dimostri il suo essere Presidente di tutti gli italiani, occorrerà verificare nei fatti la sua imparzialità ed indipendenza, non essendo sufficente la sua presunzione di obiettività solo per derivazione dal suo ruolo istituzionale.

Come contributo interessante (e da me assolutamente condiviso) sulla questione, riporto integralmente un post tratto da www.davide giacalone.it:

"Il Quirinale è un equivoco istituzionale, un guaio che si deve avere il coraggio d’affrontare. Le polemiche con l’elastico non mi piacciono, ma se Berlusconi poteva risparmiarsi le “forche caudine” (da dove sarebbero passati gli sconfitti), il Presidente della Repubblica aveva il dovere di non diffondere un comunicato che non esito a definire scandaloso. Si pretende che l’inquilino del colle più alto sia imparziale e non schierato, secondo la retorica dell’impossibile monarca repubblicano. Ma l’imparzialità è l’ideale degli idioti e la maschera dei faziosi, quel che necessita è il rispetto delle regole, che, invece, sono state stracciate da tempo. Dice Napolitano, oggi, che mai Presidente venne meno ai propri doveri. Se è così, però, perché lo stesso Napolitano, assieme ai suoi compagni, chiese di buttare fuori sia Leone che Cossiga? E perché dovremmo essere così fessi da credere che un uomo da sempre fedele militante di una parte estrema sia divenuto, per investitura e vecchiaia, un saggio equanime? E’, questa, una figura inesistente.Gronchi venne vivacemente contestato e considerato troppo interventista. Saragat fu antifascista ed anticomunista con un Parlamento che conteneva gli uni e gli altri. Posso portare carrette d’esempi, ma ancora si rispettavano le regole. Oggi non è così. Secondo la Costituzione (art. 87) il Presidente deve essere muto, potendosi rivolgere solo alle Camere. Nella realtà non stanno zitti un minuto e parlano ovunque e di tutto. Nessun suo atto è valido (89), essendo irresponsabile (90), se non controfirmato dal governo. Ma la regola va a gambe all’aria se dal Quirinale s’influisce sulla sorte del governo (come quando Napolitano salvò Prodi, illegittimamente reclamando una nuova legge elettorale, mai fatta). Il massimo potere (92) consiste nel “nominare” il presidente del Consiglio, ma sono anni che si racconta agli italiani la favola (falsa) che sono loro a nominarlo.La Costituzione scritta è stata violentata, ed a poco serve che se ne dicano innamorati i carnefici. A questo punto nessuno può fare l’offeso, ma è dovere di tutti non abbandonarsi ai battibecchi, semmai riconoscere che quel vecchio testo deve essere rinvigorito ed aggiornato, altrimenti lo vedremo sbriciolarsi. Complice l’acida prosopopea di chi si ritiene sul trono."

Davide Giacalone
http://www.davidegiacalone.it/index.php/politica/quirinale_equivoco

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