martedì 13 maggio 2008

IL PROBLEMA NON E' L'INTOLLERANZA

NAPOLI - Bottiglie incendiarie sono state lanciate stanotte all'interno del campo rom di via Dorando Pietri a Ponticelli, quartiere di Napoli dove da sabato, da quando si è verificato un presunto tentativo di rapimento di una bimba di sei mesi da parte di una nomade 16enne, cresce l'intolleranza verso l'insediamento dei rom. Le molotov hanno provocato l'incendio e la distruzione di quattro baracche abbandonate solo da un paio di giorni, da quando le minacce hanno indotto i rom a trasferirsi in un altro campo. Nessuno è rimasto ferito. Nel rione Ponticelli la situazione è tesa. C'è chi parla di un paio di ceffoni dati a un romeno che ha avuto la disgrazia di incrociare un gruppo di napoletani infuriati; di un motocarro bruciato; di un ragazzo rom accoltellato mentre andava in bici nel quartiere, e di un paio di tentativi di assalto ad altrettante baracche di nomadi. Il giudice ha convalidato il fermo della ragazzina accusata di tentato sequestro di persona. Durante un precedente interrogatorio ha risposto in maniera evasiva affermando di provenire da un campo rom della zona di San Giovanni a Teduccio, dove però non risulta ci sia un vero campo rom ma solo alcuni sparuti insediamenti. Ha detto pure di essere da sola in Italia. I suoi genitori sarebbero in Romania, ma negli insediamenti di Ponticelli dicono di non conoscerla. Sembra si fosse allontanata da una comunità qualche giorno fa, dopo che una pattuglia di agenti ce l'aveva accompagnata perché colpevole di un furto compiuto il 26 aprile scorso. Dopo la decisione del gip, la minorenne sarà trasferita nel carcere minorile di Nisida. Il giorno del tentato sequestro, la bambina di sei mesi era in casa con la mamma Flora, 27 anni: "Erano le otto di sera, la bambina era seduta nel seggiolone in cucina, io ero andata in camera. Ho notato la porta di casa aperta; istintivamente ho guardato verso la cucina: la bimba non c'era più. Mi sono precipitata sul pianerottolo e ho visto quella ragazzina che teneva mia figlia in braccio: mi sono messa a gridare". (tratto da Repubblica del 13/05/2008)
http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/rom-napoli/molotov/molotov.html

Certamente sono fatti preoccupanti, da condannare, tuttavia comprensibili: se la gente arriva a fare cose del genere (atti di violenza e di reazione indiscriminata), non è perche è "violenta", ma probabilmente solo esasperata, in quanto impotente ed indifesa (dallo stato) nei confronti di situazioni intollerabili e pericolose.

Il problema dunque non è l'intolleranza, ma l'assurda e sregolata tolleranza concessa finora (comprensiva di fornitura gratuita di acqua e luce) .

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