
L' articolo di D'Avanzo ( http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/politica/insulti-schifani/fatti-verita/fatti-verita.html ), nel quale formula paradossalmente accuse a Travaglio col suo stesso metodo di inchiesta, dal mio punto di vista meriterebbe il premio Pulitzer: dimostra come costruire accuse o insinuazioni con un simile metodo sia assai pericoloso, facilmente mistificatorio, se non francamente falso (dunque affatto lontano da quella qualità di vera e corretta "informazione" che gli viene spesso attribuita). Tant'è che, pur essendo evidentemente quella di D'Avanzo una montatura paradossale, Marco Travaglio ne è comunque stato messo in difficoltà, e, suo malgrado, se ne deve difendere ( http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=75470 ). D'Avanzo l'avrà fatto pure per invidia o odio personale (come sostenuto da taluno, come Gramellini e dallo stesso Travaglio), ma occorre anche riconoscere che il "metodo Travaglio" , oltre che discutibile di per sé, è stato oggettivamente un ottimo sistema per avere fama e ricchezza, e di questo, oltre che dei presunti meriti di purezza di "informazione", andrebbe tenuto adeguato conto: fare di Travaglio un eroe indefesso, in quanto autore di battaglie contro tutto e contro tutti solo in nome di giusti e puri principi, spinto solo da una moralità superiore e distaccata, anche a scapito di sé stesso, forse è una visione un po' esagerata, o quantomeno un po' romantica e parziale.
Ma aldilà dei reali suoi interessi e vantaggi personali, il problema delle operazioni verità del giornalista Travaglio e che ciò che afferma e sostiene lui ha, per i travaglini, più importanza e significato (di "verità" appunto) della Giustizia ufficiale. E questo è evidentemente pericoloso, oltre che oggettivamente falso e mistificatorio.
Il problema essenziale è nel suo metodo: parte da una tesi (fatta magari sulla base di fatti di rilevanza minore), ed a partire da quella tesi costruisce e monta elementi parziali o comunque spesso di nessuna rilevanza giuridica, a conferma di quella tesi, fino a farne un impianto accusatorio imponente e clamoroso, apparentemente incontestabile. Ma una serie di insinuazioni, anche ben costruite, non fanno una prova. Lui è molto bravo, ma grazie al cielo nella vera Giustizia e nei veri processi la parte di Travaglio è quella della sola accusa: poi però c'è un difensore che, alla pari con l'accusa, ribatte l'impianto accusatorio ed alla fine è un terzo, il Giudice, a stabilire la sentenza. Travaglio, invece, sia pure solo con un riferimento in un suo libro, accusa e condanna. Tutto da solo. Non manda in galera nessuno, ma alla gogna mediatica sì.
Travaglio, più che un bravo giornalista, è un ottimo e diligente inquisitore, ma dire che la sua sia "vera" informazione, sempre e comunque, è assolutamente discutibile. Ancor più discutibile è l'atteggiamento nei suoi confronti dei suoi estimatori, che può così essere semplificato: "ipse dixit", e tanto mi basta" (a parte e, talora, nonostante quello che possa stabilire la giustizia ufficiale).
Se tu sei vittima di una accusa in un processo normale, puoi difenderti. Se ad accusarti è MarcoTravaglio, e se sei un personaggio pubblico, l'accusa si riverbera mediaticamente, e non è affatto facile poterti difendere efficacemente. Dopo che Lui (ipse dixit) ti ha accusato di qualcosa, puoi scrivere tu stesso un libro in tua difesa (ammesso e non concesso che tu riesca a farlo pubblicare ed a venderne qualche copia), puoi scrivere un articolo in tua difesa su uno o più giornali (ammesso che lo pubblichino e, se sì, se con evidenza adeguata), o puoi presentarti tu stesso da Santoro (con spot puntato in faccia, ammesso ti sia concesso farlo) per dimostrare la tua innocenza, o, più semplicemente, puoi perseguire la via legale (che, oltre che meno efficace, ha tempi biblici), ma nonostante tutto questo, dal punto di vista mediatico, sei comunque irrimediabilmente compromesso, se non fottuto. Innocente o colpevole che tu sia.
"Calunniate, calunniate: qualcosa, resterà" predicava Beaumarchais.I processi, la Giustizia, è materia complessa e delicata. Dio ci scampi dai Travaglio.
"Datemi sei righe scritte dal più onesto degli uomini, e vi troverò una qualche cosa sufficiente a farlo impiccare" Richelieu
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