martedì 8 luglio 2008

IL LODO ALFANO: UNA URGENZA DEMOCRATICA

"L'immunità temporanea per reati comuni è prevista solo nelle Costituzioni greca, portoghese, israeliana e francese con riferimento però al solo Presidente della Repubblica, mentre analoga immunità non è prevista per il Presidente del Consiglio e per i Ministri in alcun ordinamento di democrazia parlamentare analogo al nostro. Tanto meno nell'ordinamento spagnolo, più volte evocato ma sempre inesattamente".
Questo è quanto afferma un documento firmato da cento costituzionalisti.

Non metto in dubbio la fondatezza di quanto sopra sostenuto. Tuttavia credo necessario considerare, per un giudizio politico del lodo Alfano, oltre a questi aspetti tecnici comparativi, altri elementi importanti.

Non è un mistero che una certa parte del paese (girotondini, certo, ma non solo loro) non si aspetta altro che una condanna qualsiasi del premier Berlusconi (ammesso e non concesso che arrivi) per ottenere giudiziariamente quel che non sono riusciti ad ottenere democraticamente. Senza entrare nel merito della questione, mi pare però logico un intervento legislativo (il lodo Alfano, appunto) quale atto politico utile per evitare questa precisa possibilità.

Il lodo Alfano ed i particolari privilegi riservati anche al capo dell'esecutivo si spiegano con la peculiarità della situazione della giustizia italiana nei confronti di un particolare imputato. Non dico sia giusto, ma logico e forse opportuno sì.

Siccome non sarebbe la prima volta che i magistrati travolgano ed invadano il terreno della politica (vedi Tangentopoli, un evento che è riuscito a far sparire non certo la corruzione, ma qualche partito), non credo proprio disdicevole voler evitare una seconda eventualità di questo tipo.
A meno di non credere nella dittatura dei magistrati, con Di Pietro in testa, ma non credo che questo sia un sogno di molti... (e certamente non il mio)

1 commento:

Anonimo ha detto...

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