lunedì 6 ottobre 2008

IL PD SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI


La crisi ideologica della sinistra, cominciata col fallimento delle varie esperienze di socialismo reale nel mondo, sembrava essere risolta dalla cosiddetta 'terza via', cioè, per dirla con una formula, da una moderna socialdemocrazia compatibile col capitalismo. Una via che trovasse il giusto compromesso tra l'alto grado di benessere, reso possibile dallo sviluppo capitalistico ed industriale, e una adeguata salvaguardia sociale. Tale via, che ha avuto come riferimento pratico le socialdemocrazie nordeuropee e come leader guida Tony Blair, non ha tuttavia saputo dimostrarsi, per l'Europa, una via politica né realmente convincente, né di particolare successo pratico, divenendo una semplice declinazione di liberismo capitalistico, sia pure 'illuminato' (o almeno spacciato essere tale). A questo appannamento ideologico, l'attuale grave crisi finanziaria mondiale sembra aver dato il colpo di grazia: più che ai convinti liberisti conservatori, infatti, che considerano l'attuale come semplice, seppur grave, crisi di ciclo del sistema capitalista, è proprio la sinistra 'moderna' che, avendo già rinnegato il marxismo puro e semplice, avendo dovuto prendere atto del fallimento sociale di quei principi di libera economia di mercato (dei quali aveva fatto bandiera, di 'modernità', appunto), ha visto venir meno ogni tipo di riferimento politico, economico e culturale. La moderna sinistra appare ideologicamente allo sbando: né marxista, né capitalista, non sa più a che santo riferirsi.

Oltre che in crisi ideologica, il PD come partito (suddiviso in mille rivoli e ricco di voci 'critiche' o di esplicito dissenso) e soprattutto il suo segretario, Walter Veltroni, sono in palese impasse per la notevole capacità di azione dimostrata dall'attuale governo di centrodestra e per il positivo riscontro che tale 'attivismo' sembra godere nella maggioranza dell'opinione pubblica. Il PD dimostra, a fronte di ciò, una allarmante incapacità di trovare proposte politiche e battaglie concrete sulle quali coinvolgere (quello che dovrebbe essere) il suo schieramento. Nel PD sembrano non avere più né idee, né un popolo (qual'è oggi, oltre a ciò che resta della CGIL, il popolo della sinistra? ) che dimostri di prestare loro particolare ascolto. Questo spiega il velleitario tentativo di Veltroni di attaccare in maniera violenta e dissennata Berlusconi: è l'unica cosa che gli è rimasta da fare. Almeno fino a che a sinistra non torni la luce.

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