
E Di Pietro (riferito a Giorgio Napolitano):«Lei dovrebbe essere l’arbitro, a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi» «Noi la rispettiamo, ma lo possiamo dire o no, rispettosamente, che non siamo d’accordo che si lasci passare il Lodo Alfano, che non siamo d’accordo nel vedere i terroristi che fanno i sapientoni mentre le vittime vengono dimenticate?» «Il silenzio è mafioso e per questo non voglio rimanere in silenzio»
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200901articoli/40464girata.asp
Grillo è da tempo che parla di queste cose. Deriva democratica e delegittimazione del potere parlamentare. Clima da sudamerica. Rovesciamento ed infangamento delle più alte istituzioni. Populismo peronista.
Quello che non mi è chiaro è se queste cose Grillo e soci le denuncino o le coltivino.
Quanto a Di Pietro, poi, certo è encomiabile la sua nobile partecipazione ad una manifestazione dei familiari delle vittime di mafia. Tuttavia, eroismo e nobiltà d'intenti a parte, quale palcoscenico migliore poteva trovare per fare la sua campagna politica populista e giustizialista di acquisizione di anime giovini e belle? E la sua partecipazione, ingombrante (come patrocinio politico di fatto della manifestazione) ed inutilmente offensiva nei confronti del presidente della Repubblica (oltreché con i soliti duri temi di 'confronto' con PD e PDL) potrà aver giovato maggiormente alla causa della lotta alla mafia o alla sua?
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