venerdì 6 febbraio 2009

NESSUNA CERTEZZA

Credo che siano dinamiche analoghe a quelle verificatesi nel corso del dibattito sul caso Englaro a rendere possibile il realizzarsi di eventi anche terribili come la guerra.

E' quando, perdendosi nel dibattito sui principi teorici ed astratti, nei loro dettagli, nella loro forma, si finisce col perdere la concreta percezione dei fatti, e soprattutto delle conseguenze delle proprie azioni o mancate-azioni su quegli stessi fatti.

Come quando, seguendo con cieca fede entità ritenute intoccabili e superiori - come La Giustizia o le Regole Costituzionali - ci si sottopone alla pedissequa obbedienza nei loro confronti, perdendo la consapevolezza della loro possibile fallacia, del loro possibile errore, e potendo compiere - o non impedire - atrocità anche efferate in loro nome.

Dipendesse da me affiderei al padre di Eluana la responsabilità della scelta.

Ma nessuno può sostenere che determinare la morte di un essere indifeso sia un atto di Libertà. O di Democrazia. O di Giustizia.

E che se c'è qualcuno che, in coscienza, si sente in dovere di difendere il diritto alla sopravvivenza di quell'essere indifeso, potrebbe non avere torto.

L'unica certezza è che non ci possono essere certezze su casi come quello di Eluana Englaro.

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