giovedì 11 giugno 2009

L'Italia non è un paese di "berluscones"

Il risultato delle ultime elezioni, sia quelle europee che quelle amministrative, ma anche delle ultime politiche, hanno ribadito che in Italia la maggioranza degli elettori sostiene l'attuale governo. Se l'asse PDL-Lega non raggiunge la maggioranza assoluta dei voti (rimanendo al di sotto del 50+1 %), non esiste altro schieramento reale e possibile che possa ottenere una percentuale maggiore di consenso (a meno di pensare ad una unione che vada dall'UDC alla sinistra estrema, radicali compresi, che tuttavia è evidentemente una ipotesi non praticabile). Dunque sicuramente l'attuale governo è legittimato e sostenuto nel suo incarico.

Dire che questo ampio consenso all'attuale maggioranza sia da estendere anche alla persona di Silvio Berlusconi è invece fortemente in discussione. Certamente è il politico che ha avuto più consensi personali (votato da più di 2.700.000 elettori), certamente il suo ruolo di leader del suo schieramento non è in discussione, certamente nessuno può disconoscergli il merito - quello si tutto suo - di aver saputo creare, reso possibile, mantenere insieme quell'ampio schieramento di centro-destra in Italia attualmente maggioritario nel paese, tuttavia, se si analizza il consenso personale degli italiani nei suoi confronti, non risulta che questo sia così evidente come lui stesso intendeva far credere.

A quest'ultimo proposito, nel suo bellissimo articolo di oggi sulla Stampa, Luca Ricolfi sostiene come conclusione della sua analisi del voto di queste ultime elezioni: "In queste elezioni il primo partito non è stato il Pd, non è stato il Pdl, ma è stato il partito che non c’è, il partito che potremmo definire del «non voto volontario». Un partito certo eterogeneo, fatto di persone deluse, arrabbiate, stanche, ma tutte accomunate dal fatto che hanno scelto di non votare un partito vero e proprio. Persone che non sono andate a votare non perché non potevano, ma perché non volevano. (...) Nel nostro sistema politico c’è chi pensa di avere un consenso popolare così ampio da esimerlo in qualche modo dal dovere del confronto con il Parlamento, con le forze sociali, con la macchina della giustizia. Ebbene, i dati ci dicono che - su 100 italiani - 22 hanno votato Pdl, circa 14 avrebbero votato Forza Italia se si fosse presentata da sola, e meno di 6 (sei) hanno espresso un voto di preferenza per Berlusconi. Fino a ieri si poteva (forse) obiettare che gli italiani che hanno votato per l’opposizione sono ancora di meno. Da oggi, mi pare, chiunque vorrà autoattribuirsi un mandato popolare dovrà fare i conti con le crude cifre del partito che non c’è."

Credo dunque che si debba prendere atto del fatto che l'Italia sia certamente un paese a maggioranza relativa di centro-destra, ma non un paese con una maggioranza di sostenitori di Silvio Berlusconi. Di questa realtà sarebbe bene che il primo a prenderne atto fosse proprio lui. Nel suo interesse, nell'interesse del partito da lui fortemente voluto ed in cui certamente crede, ma soprattutto nell'interesse dell'Italia.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, ma che c'è di strano? In tutto il mondo, dagli States alla Moldavia, gran parte degli aventi diritto non vota. E allora? Il tanto osannato, dalla stampa, Obama che percentuale di voti ha preso?
Io direi che tutto ciò può essere letto in tanti modi, ma sprattutto in uno: la gente non mangia, non beve e non respira politica.
Sarà una delusione per politicanti, giornalisti al servizio di, e anime belle. Ma il sunto è che il voto è un diritto, nient'affatto un dovere, e che magari al primo posto c'è l'individuo, con i suoi vari interessi, e poi, se ne vale la pena, lo stato.
Lo vogliono capire, politologi e compagnia bella, che è così?
E che è giusto, che sia così?

nicknamemadero ha detto...

Certo che è così. Ma a volte sembra che qualcuno voglia pensarla diversamente, o quantomeno convincere gli altri che la realtà sia diversa da quella che realmente è. Nel post intendevo ribadire esattamente quanto anche tu sostieni.

Anonimo ha detto...

Chi sa Ricolfi cosa può dirci circa i dati su Obama che - su 100 americani - x hanno votato democratico. Mi sa che a naso x<22. Che facciamo gli revochiamo il mandato popolare? Ricolfi di grazia ci può suggerire come fare. Facciamo governare chi ha avuto x=2 votanti su 100 elettori? O scegliamo a sorte tra il partito dei non votanti essendo il primo partito in modo che può autoattribuirsi un mandato popolare. Ci mancava pure il partito che non c’è pure di dare addosso al Berlusca. Ma mi faccia il piacere.

nicknamemadero ha detto...

Nessuno - nemmeno Ricolfi - mette in dubbio la leadership di Berlusconi del governo e del suo partito. Tuttavia il nostro sistema istituzionale, fino a prova contraria, non è un sistema presidenziale (come negli Stati Uniti). Il tuo errore, a mio giudizio, è confondere Silvio Berlusconi con il PDL: devono essere ed a quanto pare sono (e meno male) due cose diverse. Ed è questo che cercavo di ribadire con questo post. O tu vorresti Berlusconi signore e monarca assoluto?