martedì 1 settembre 2009

Alla salute di Zaia


  • «Bisogna smetterla di considerare ubriaco al volante chi beve un paio di bicchieri.
  • "No all’atteggiamento proibizionistico di chi chiede tolleranza zero sulle strade, abbassando ancora i limiti del tasso alcolemico per chi guida».
  • «Il limite attuale di 0,5 grammi di alcol per litro di sangue è ragionevole. Abbassarlo ancora non serve. Entro tali livelli si è sobri e perfettamente in grado di guidare: corrisponde a due bicchieri di un vino che abbia non più di 11 gradi, diciamo uno spumante o un rosso non troppo strutturato».
  • «Solo il 2,09% degli incidenti è causato da guidatori in reale stato d’ebbrezza, persone che all’etilometro risultano ben al di sopra dello 0,5. Non vedo perché dovrei rinunciare a bere con intelligenza e moderazione solo perché ci sono irresponsabili che si ubriacano».
  • «E’ in atto una criminalizzazione del vino che non ha senso e che sta uccidendo uno dei comparti più pregiati del Made in Italy».
  • «Perché non si guarda con altrettanta severità alle altre cause degli incidenti? Vogliamo parlare del fumo o dei farmaci che danno sonnolenza? Degli antistaminici che migliaia di italiani prendono per combattere le allergie? O dei tranquillanti? Temo siano più pericolosi dei fatidici due bicchieri, ma nessuno se ne occupa, è più comodo dare la colpa al vino».
Queste le accorate dichiarazioni - rilasciate in una intervista su Quattroruote- da Luca Zaia (nella foto), attuale ministro dell'Agricoltura, preoccupato per l'ulteriore calo dei consumi di vino (calcolato da Coldiretti in un -2,5 per cento) come conseguenza dell'ulteriore riduzione del tasso alcolemico consentito per chi guida. Ma soprattutto in difesa di un sano, adulto e morigerato consumo di buon vino.

Come dargli torto? Io personalmente condivido pienamente l'opinione espressa in proposito da Giorgio Calabrese.

Morale: non tutto ciò che arriva targato EU è per questo invariabilmente opportuno e positivo per il cittadino italiano.

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