giovedì 3 settembre 2009

Stato laico, Chiesa e Cristianità



Trovo molto interessante la lettera di Francesco Cossiga, indirizzata a Silvio Berlusconi e al suo governo, pubblicata su Dagospia, che ha come argomento "il problema del mantenimento della pace religiosa, dell'incremento di una cultura civile rispettosa e tollerante, e una azione prudente e saggia per il ristabilimento di quei buoni rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede, e tramite quest'ultima con la Chiesa italiana che costituiscono elemento essenziale della pace civile e religiosa".

Eccone alcuni punti salienti.

"Credo che si tratti di problemi cui il Governo debba portare grande attenzione, in quanto governo democratico e liberale di uno Stato laico, ma non laicista, sorretto da un partito, quello del Popolo della Libertà, che, superata con l'unificazione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale la sua ispirazione cattolicheggiante, si può considerare un partito del tutto laico, ed anche con importanti componenti, quale quella "finiana" e quella "massonica", decisamente "laiciste".
E questa trasformazione è avvenuta anche a motivo del sostanziale mutamento intervenuto sul piano delle problematiche etiche del Partito Popolare Europeo e delle sua maggiori componenti, quali la Cristliche Demokratische Union, ormai in mano agli evangelici, al Partido Popular spagnolo, rigidamente laico, e ai cristiano-sociali fiamminghi e belgi, partiti maggioritari, ormai assestati su posizioni calviniste, vecchio-cattoliche o cattolico "antiromane", come dimostrato dalla mozione approvata con il loro voto determinante anche perchè partiti maggioritari, dal Congresso dei Deputati belga in seguito alla quale il Governo del Re dei Belgi ha presentato una nota ufficiale di protesta in Vaticano contenente una espressa condanna delle posizioni espresse dal Santo Padre in materia di lotta all'AIDS e di procreazione responsabile.
La laicizzazione - non nel senso di laicità positiva, ma di laicismo - non dei soli cristiani come Angela Merkel, ma dei cattolici impegnati in politica, trova la sua dimostrazione che non solo il cristiano battista o metodista - non è ben chiaro! - presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ma i tre politici cattolici di maggior rilievo nella vita politica americana (John Biden, Nancy Pelosi e John Kerry) sono schierati su posizioni anti-papali in materie eticamente sensibili quali l'aborto (finanziato in America come contracettivo e lasciato alla libera scelta negli Stati Uniti), la coltivazione degli embrioni umani, l'inseminazione eterologa, l'"utero in affitto", l'eutanasia e così via.
E che questa deriva esista anche in Europa e perfino in Italia risulta chiaro dalla lettura della stampa così detta cattolica francese, irlandese, tedesca ed austriaca, molto più avanzata del settimanale della Casa Editrice San Paolo "Famiglia Cristiana" e dello stesso bollettino on-line del gruppo ecclesiale "Noi siamo Chiesa", ed a livello o quasi della corrispondenza tenuta su un importante quotidiano da un porporato o grande biblista progressista."

Cosa fare dunque?

"Il mio consiglio è che, dato anche che i rapporti tra Stato e Chiesa sono regolati da accordi di diritto internazionale, voi (Berlusconi e il suo governo; ndnick) abbandoniate il modulo partito-maggioranza-Vescovi-Conferenza Episcopale Italiana, che poteva valere quando esisteva un partito di ispirazione cristiano democratico, e come in tutti gli stati laici che abbiano relazioni diplomatiche con la Santa Sede, sia che le relazioni siano o no regolate da trattati, concordati o comunque patti aventi valore sul piano del diritto internazionale (con il Concilio Vaticano II il "diritto pubblico ecclesiastico" come diritto "proprio" dei rapporti tra Stati e Chiesa è stato fatto cadere in desuetudine), i problemi, tutti i problemi vengano trattati a livello di Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede o di Nunziatura Apostolica presso la Repubblica o direttamente tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri o il Ministero degli Esteri e la Segreteria di Stato vaticana". (...) "Certo, vi è ormai da chiedersi del regime concordatario fondato sull'accordo Mussolini-Gasparri e rinnovato con l'accordo Craxi-Casaroli: guardando agli avvenimenti di queste ultime settimane si può forse non indebitamente pensare che il Concordato che regola i rapporti tra Stato e Chiesa, con i limiti che pone reciprocamente a entrambi, non sia più idoneo a garantire piena libertà anche d'espressione e di giudizio ai vescovi italiani su partiti e soprattutto esponenti delle istituzioni dello Stato repubblicano".

In conclusione, secondo Cossiga, "quello che, passata la "fase critica", il Governo credo debba fare è intavolare trattative riservate per sostituire il concordato mussolinian-craxiano con accordi più leggeri che disciplino settori specifici quale l' "8/000", l'esenzione dall'ICI, e così via."

In sintesi, perchè sia possibile realizzare uno stato laico veramente tale, soprattutto in Italia, occorre che si sappia distinguere con nettezza i rapporti con la Chiesa, da quelli con la Cristianità e le religioni in senso lato.

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