sabato 26 dicembre 2009
Il ricco "Natale" dei cine-finanziamenti
Nei primi tre giorni di uscita, "Natale a Beverly Hills" ha fatto incassare 3 milioni 472 mila euro. Congratulazioni al regista Neri Parenti, al cast, ma soprattutto al produttore Aurelio De Laurentis. Che di questo passo - come documentato da Filippo Cavazzoni su il Velino - potrebbe ricevere un ulteriore contributo di circa 1,5 milioni di euro dallo Stato grazie al riconoscimento al “Natale a Beverly Hills” - in base al decreto ministeriale 28 del 2004, il cosiddetto decreto Urbani - di un finanziamento pari al 7% degli incassi al botteghino. Non solo. La legge vigente stabilisce che ogni film italiano possa usufruire di un credito d'imposta pari fino al 15% della gran parte del costo di produzione del film (circa 10-12 milioni di euro per la pellicola di Neri Parenti): altro bonus di almeno 1,5 milioni di euro per il produttore.
Come non essere d'accordo con Cecilia Moretti quando scrive: "se ci sta che il botteghino segua le democratiche regole del mercato del gusto, ci sta molto meno che la legge italiana sul cinema abbandoni del tutto il criterio di qualità. Il punto non è se ti piace ridere con Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Massimo Ghini, Michelle Hunziker, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi e dare i soldi del tuo biglietto alla pellicola di Neri Parenti. Ci mancherebbe. Il punto è, invece, che è assurdo che la stessa pellicola benefici dei crediti d’imposta e degli aiuti fiscali e monetari pensati per sostenere gli esercenti più attenti e coraggiosi, quelli che, cioè, dovrebbero dare spazio ai film culturalmente più stimolanti. Questi infatti sono gli aiuti previsti per dare una mano all’industria del cinema in difficoltà, sovvenzioni che la Comunità europea – per evitare che venissero usufruite da tutti indiscriminatamente – ha voluto che spettassero solo ai film «di interesse culturale e nazionale», i cosiddetti film d’essai. Ma in base alla legge Urbani anche i cinepanettoni usufruiranno degli sgravi. E se le sovvenzioni vanno da una parte, vengono meno a un’altra, è ovvio, è matematica."
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