"...dietro la fascistissima idea che non si possa scrivere per Libero, senza rimanerne marchiati a vita, essendo rilevante non quel che ciascuno pensa e scrive, ma il luogo ove lo si fa, si cela un problema collettivo." (...) "Libero non solo è il luogo in cui ho trovato, da uomo della sinistra democratica, la più assoluta libertà, ma è pieno di collaboratori intellettualmente autonomi e capaci di opporre, come abbiamo molte volte opposto, il dissenso innanzi alla politica condotta dal centro destra. La stessa cosa non avviene a sinistra. Non sto dicendo che nei giornali di sinistra non ci siano dibattiti e scontri, ma il diritto di parola è riconosciuto solo a chi, prima, si è affiliato. Solo fra loro, insomma, accettano di accoltellarsi e, anzi, lo fanno con appassionata lussuria. Ma se un argomento è proposto da un non militante, allora lo si tace, omette, cancella. Non c’è posto, per chi non è buono, sano, puro, dalla parte della ragione." (...) "Ed eccoli lì, a dirsi orgogliosi di non leggere, di non conoscere, di non sapere, contando, così, non solo di proteggere, ma di glorificare il loro ruolo intellettuale. L’intellettuale che non legge, che si rifiuta di leggere. Come il prete del Belli, che sconsiglia i libri, che non è roba da cristiani. L’indice, il rogo, il rifiuto. L’oratorio rosso, alla disperata ricerca di compiacere la curia."(...) "Sveglia, compagnucci della parrochietta, siete tornati fascisti, senza aver mai smesso d’esser chierichetti!"
sabato 23 gennaio 2010
La parrocchia rossa
Io non leggo abitualmente Libero. Non amo affatto il precedente direttore, Vittorio Feltri, e non condivido quella che mi sembra la scelta di inseguirne lo stile e l'aggressività da parte del direttore attuale, Maurizio Belpietro. Tuttavia trovo grave e inaccettabile la discriminazione fatta dalla maggioranza dei benpensanti di sinistra nei confronti non solo della testata, ma di quelli che ci scrivono - soprattutto se "di sinistra" come Paolo Nori - a prescindere dalle loro idee, dalla loro capacità e soprattutto da quello che scrivono. Ricordo che su Libero trovano voce giornalisti di indubbia intelligenza, autonomia e qualità di pensiero come Giampaolo Pansa, Filippo Facci, Giampiero Mughini e Davide Giacalone. Proprio di quest'ultimo riporto alcuni brani dell'articolo scritto a proposito di questa polemica.
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