giovedì 28 gennaio 2010

Ma di quale Giustizia parlano?

Nove milioni di processi pendenti (5.425.000 processi civili e 3.262.000 penali), 170 mila prescrizioni all'anno, una spesa per le casse dello Stato di 4,08 miliardi l'anno, una massa enorme di leggi (50mila, per di più vecchissime, risalenti al codice fascista del 1933) e una quantità di avvocati che solo a Roma è superiore all'intera Francia. "L’eccessiva lungaggine delle procedure giudiziarie in Italia necessita con urgenza di una sollecita riforma della legge" ha sentenziato il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (dando anche degli stretti margini di tempo: entro il 2010). Questo il quadro desolante della giustizia italiana, incredibilmente lenta e macchinosa, confermato anche dal rapporto Cepej (Commissione europea per l’efficienza della giustizia), che s’estende a una cinquantina di Paesi anche extraeuropei.

Si dice: occorrono più risorse. Ma il nostro paese spende, pro capite, per la giustizia, più della media europea. Un italiano spende per la giustizia nel suo complesso in un anno 70 euro, un francese ne spende 53. "La giustizia penale è costata nel 2008 1 miliardo 640.000 euro e - in base al dato dell'alto numero delle prescrizioni; ndnick - si ricava che il processo penale attualmente vigente sperpera oltre 80 milioni di euro l'anno di risorse dei contribuenti per girare a vuoto, per fare processi che si prescrivono, che non portano a nulla né a un'assoluzione né a una condanna", ha detto il guardiasigilli Angelino Alfano.
Si dice: occorre più personale. Il numero di giudici per abitante è ai vertici della media europea (13,7 ogni 100.000). Ma che senso ha tenere aperte ben 1292 sedi giudiziarie? Più che in Inghilterra (595), Spagna (703), Francia (773) e Germania (1136). Il 56% degli uffici giudiziari hanno non più di 20 magistrati e una sessantina si trovano in posti dove c’è già un tribunale. Non è da una cattiva organizzazione che deriva la continua carenza e sperequazione d’organici?
Si dice: colpa delle leggi. Certamente abbiamo troppe leggi e per di più vecchie e ferraginose. Ma se la durata media dei processi è così diversa da tribunale a tribunale, è segno che il problema non è solo delle leggi, ma anche di come si riesce a organizzare il lavoro in ogni singolo tribunale. Ad esempio per evitare banali errori procedurali nelle notificazion, causa di un gran numero di inutili rinvii processuali.

Fatto sta che ogni giorno, nelle aule di giustizia e nelle carceri (al 31 dicembre del 1999 i detenuti in attesa di giudizio erano 23.949, quasi il cinquanta per cento dei quali in attesa del primo giudizio), si trascina un’umanità sofferente e anonima, che paga un prezzo ingiusto e disumano magari solo per errori della giustizia, mentre chi dovrebbe pagare per errori propri non arriva a pagare ciò che dovrebbe.

I magistrati dell’Anm hanno deciso di partecipare, sabato prossimo, all’inaugurazione dell’anno giudiziario con le toghe e una copia della Costituzione in mano, lasciando l'aula quando prenderà la parola il rappresentante del Governo. Tutto questo per protestare contro "le iniziative legislative che rischiano di distruggere la giustizia in Italia". Ma di quale Giustizia parlano?

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