A più di tre lustri da 'tangentopoli', è forse possibile cominciare a ragionare freddamente e con obiettività su quanto successo in quegli anni. Questo brano di un articolo di Filippo Facci trovo che offra uno squarcio di luce significativo per la lettura politica degli eventi di quegli anni (e non solo).
"Giovanni Conso (il giurista di area cattolica nominato Ministro della Giustizia il 12 febbraio 1993 nel governo Amato 1 al posto del dimissionario Claudio Martelli, finito anche lui coinvolto in 'mani pulite' in quanto indagato per concorso in bancarotta fraudolenta; ndnick) infatti sarà oggetto di una durissima campagna operata proprio e soprattutto da sinistra: precisamente quando cercherà - il 5 marzo 1993 - di far approvare un decreto sulla depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti. Neanche troppo permissiva, come legge: chi l'avesse violata doveva restituire il triplo del maltolto e tuttavia evitava il carcere. Eventualità inconcepibile, in quegli anni.
Il 7 marzo 1993, infatti, il Procuratore capo Francesco Saverio Borrelli si affacciò alle telecamere e lesse un comunicato paventando «totale paralisi delle indagini», e i giornali gli diedero corda facendo fuoco e fiamme. Dirà dieci anni dopo Antonio Polito - ai tempi caporedattore di Repubblica - in un'intervista al Foglio: «Certo, Conso era specchiato, l'oggetto era tentatore e l'idea nemmeno campata in aria... Però decidemmo insieme di ostacolare quel decreto, di ostacolare la soluzione politica, di lasciare che i giudici andassero fino in fondo. E non fu difficile. In quel clima ci bastava scrivere "decreto salvaladri" e il gioco era fatto. Non c'era potere politico che potesse contrastarci».
Nota di nick: Per la cronaca, quel decreto legge proposto da Conso e dal governo Amato 1 fu ritirato per la mancata controfirma dell'allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro.
Da Wikipedia: Il decreto-legge in questione fu chiamato "decreto Conso" dal nome del ministro della giustizia proponente, ma in realtà tenne i contatti con il Quirinale - ai fini della sua emanazione - il presidente del consiglio dei ministri dell'epoca, Amato, che durante la riunione del Governo era stato per questo anche criticato dalla delegazione del PLI (per essere stato prono alle indicazioni del Quirinale, che per la prima volta si ingeriva così pesantemente nella redazione di un testo di competenza del Governo). Ecco perché Conso offrì immediatamente le dimissioni all'indomani della scelta di Scalfaro di non firmare il decreto, dettata da esigenze sopravvenute a seguito della protesta dei magistrati della Procura di Milano. Consapevoli della sua totale estraneità alla vicenda, sia Amato che Scalfaro lo scagionarono agli occhi dell'opinione pubblica, inducendolo a recedere dalle dimissioni ed anzi confermandolo nel Dicastero della giustizia anche nel successivo governo di quella legislatura.
Considerazioni a margine. Questo episodio stimola alcuni interrogativi:
1) Tangentopoli – per quello che è stata, per come è stata condotta e per quello che ne è derivato dopo – può essere considerata un successo nella lotta al “marciume” della nostra prima repubblica o ha fatto solo giustizia sommaria e solo colpendo alcuni?
2) E’ stato o no un grave errore non aver distinto i reati di corruzione e di peculato personale dalla questione – evidentemente diversa e tutta politica – del finanziamento dei partiti?
3) Quella uscita da tangentopoli (Berlusconi compreso) può ritenersi una Italia migliore e preferibile – in senso generale e non solo dal punto di vista strettamente politico – a quella precedente a tangentopoli?
4) Fermo restante la giusta motivazione e legittimità dell'azione dei giudici della Procura di Milano, l'evento complessivo di tangentopoli poteva essere condotto meglio, con migliore strategia e lungimiranza politica (di cui il decreto Conso ne è un esempio significativo, indicando una possibile ’soluzione politica’ della questione)?
5) Infine, si possono sollevare dubbi di questo tipo su tangentopoli senza essere accusati automaticamente per questo di prendere le parti dei corrotti e dei mascalzoni?
sabato 9 gennaio 2010
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