"Telecom Italia era un centro d’eccellenza, nel sistema italiano, è divenuto un peso. (...) Avevamo tecnologia all’avanguardia, eravamo fra i primi al mondo, nel settore mobile, siamo divenuti arretrati. La storia della decadenza è iniziata nel 1997, quando il governo Prodi decise di vendere Telecom Italia. Fu la peggiore privatizzazione possibile: una svendita, accompagnata da totale assenza di visione strategica. Il pacchetto fu venduto chiuso, con dentro la rete. Un errore tragico, che ci costa moltissimo. Nel 1999, complice il governo D’Alema, le pur blande regole della privatizzazione furono violate, assieme al resto delle leggi che regolano il mercato, sicché Telecom passò nelle mani d’assaltatori, guidati da Roberto Colaninno. La società fu impiombata con i debiti che gli acquirenti avevano fatto, per comprarla. Nel 2001 Colaninno viene scaricato dai suoi soci, che vendono a Tronchetti Provera. Quest’ultimo prende (pagandola troppo) una società indebitata, indebolita, che ha perso il vantaggio tecnologico, ma ancora abbastanza ricca da potere essere spremuta. Le viene sottratto altro sangue, sia con gli affari all’estero che con lo scorporo degli immobili. Mentre la società s’impoverisce, insomma, chi la controlla s’arricchisce. Le autorità di controllo, dormono. (...) In tutti questi anni la rete s’è impoverita, e, ora, mostra la corda. Mentre gli altri cittadini europei dispongono della banda larga, da noi ancora si riparano i guasti al doppino in rame. Siamo i quartultimi in Europa, corriamo con le scarpe slacciate. (...) Sulla rete devono viaggiare i servizi di tutti, e la rete deve portare a tutti le singole offerte commerciali. Ma se uno dei concorrenti è anche proprietario e gestore della rete, va a finire che quest’ultimo non investe nell’aggiornamento tecnologico, dovendo subire un costo dei cui vantaggi si giovano anche gli altri. In Inghilterra hanno risolto il problema creando Openreach, che è posseduta dal British Telecom Group, ma è nettamente separata, sia contabilmente che operativamente. Così si garantisce eguale diritto d’accesso ed uso a tutti gli operatori e tutti, compresa Bt, contribuiscono al bilancio di Openreach. Se il governo inglese vuole, come ha fatto, contribuire allo sviluppo tecnologico, può farlo mettendo facilitazioni a disposizione di una società che serve tutti. (...) Ogni tanto esce fuori qualcuno e sostiene che una società pubblica deve comprare, da Telecom, la rete. Bella roba! L’abbiamo pagata noi, l’abbiamo venduta male e, ora che è vecchia e bisognosa d’investimenti, ce la ricompriamo. Geniale. (...) Quella di Telecom Italia resta la storia emblematica della seconda Repubblica, con la politica ridotta a sensale e i corsari dediti al saccheggio di quello che, un tempo, era cosa pubblica." Dunque "S’avvicina il capolinea, per Telecom Italia. La malaprivatizzazione ha dato il suo esito annunciato, e l’Italia potrebbe uscire dal mercato delle telecomunicazioni. Ci vorrà ancora qualche tempo, per perfezionare i passaggi, ma gli spagnoli di Telefonica s’apprestano ad essere i nuovi proprietari."
Davide Giacalone
giovedì 7 gennaio 2010
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