Da qualche tempo, oramai, Antonio Di Pietro è sotto attacco mediatico, non solo da parte dei giornali di parte avversa come Libero o il Giornale, ma anche di un grande quotidiano nazionale come il Corriere della Sera. Anche oggi.
Sinceramente ho l’impressione che alla base delle accuse più o meno esplicitamente formulate a carico di Di Pietro, come la questione della foto della cena con Contrada, ci sia in gran parte solo polverone. Ma non nego di trovare questa una nemesi interessante: per una volta, Di Pietro si trova dalla parte sbagliata del ventilatore che spara m…
E, probabilmente, questo non è casuale.Scrive Peppino Caldarola: “Fra politica e gossip giudiziario per Di Pietro stanno suonando le campane a morto. Probabilmente molti, che lo hanno utilizzato in questi anni, considerano conclusa la sua carriera e vogliono liberarsi di lui. E con stile assolutamente dipietresco lo stanno crocifiggendo annegandolo nei sospetti e demolendo il suo partito politico. Chissà se arriverà, e come arriverà, l’ex pm alle prossime lezioni politiche. La sensazione è che il suo mandato sia scaduto e che i suoi sponsor si vogliano liberare di lui con gli stessi mezzi che gli hanno messo a disposizione per demolire un ceto politico. La bolla elettorale dipietresca è un boccone troppo ghiotto per lasciarla nelle mani di un uomo dal passato pieno di ombre e così incapace di trasformare la sua creatura in una formazione politica spendibile sul mercato della politica alta. La coalizione giustizialista cerca disperatamente uno sbocco che non può essergli assicurato da un personaggio che ha svolto il suo ruolo di demolitore dei partiti ma che è incapace di diventare il magnete di altre aggregazioni. Ci sarà un Di Pietro nella vita futura di Di Pietro.”
Pare che in occasione del primo congresso - appena iniziato all'Hotel Marriott di Roma - si sancisca, anche con la scomparsa del nome di Di Pietro dal simbolo dell'Idv, la fine del dipietrismo. Quello che rimane oscuro è ciò che rimane o che lo sostituirà. Forse il demagistrismo? Se fosse così, più che "Italia dei Valori", il partito sarebbe forse più corretto chiamarlo: "Magistrato che ride".
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