domenica 28 febbraio 2010

La Bonino e il pasticcio Lazio

ROMA - È stata respinta dal Tribunale di Roma l'istanza presentata dal Pdl per l'accoglimento della lista provinciale di Roma dei candidati alle elezioni regionali. Sarebbe stato il ritardo nella consegna della documentazione necessaria a causare, secondo quanto si apprende, la mancata ammissione del logo e l'esclusione della lista elettorale del Pdl. Il Pdl aveva quindi presentato ricorso all'ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Roma che ha respinto stamane l'istanza. Al momento perciò sono escluse le liste elettorali provinciali del Pdl nel Lazio. Il Pdl presenterà ora ricorso d’appello all’Ufficio centrale regionale del Lazio per ottenere la riammissione. (Corriere della Sera)

Sono sconcertato. Pur non avendo una gran considerazione degli uomini d’apparato del Pdl, mai avrei pensato che si potesse arrivare ad una simile prova di stupidità e incapacità.

Certo non riesco ancora a credere che nel Lazio si possa andare a votazione senza che sia rappresentata la lista che avrebbe potuto vincere queste elezioni. Ma se così fosse, mi sembra indubitabile che la grave responsabilità ricada solo su quelle persone che dovevano consegnare la lista.

Tuttavia trovo assai poco democratico e meschino, da parte della Bonino, voler sfruttare questa situazione in nome di un rigido e specioso concetto di rispetto di legalità: trovo che in circostanze come queste, la democrazia (nel senso della salvaguardia della rappresentanza espressa dal popolo con il voto) debba senz’altro avere il sopravvento su di una banale questione oraria (anzi, di minuti). Anche la Bonino, se non si dichiarerà disponibile ad accettare una eccezione formale per permettere la presentazione della lista del Pdl, secondo me non ne esce affatto bene: la sua elezione nascerebbe con un grave vulnus di credibilità. E’ sicura di volere questo?

1 commento:

Tetsuo ha detto...

Basterebbe riconoscere l'errore e non denunciare i Radicali per Violenza privata.
Poi ci si lamenta che i Radicali tengono il punto?
Dal primo istante si è capito che era un errore dell'apparato, ma si è voluto proseguire con le denunce e le piangine, quando si poteva benissimo chiamare i vari capi di partito, chiedere scusa e farsi accettare!