venerdì 5 marzo 2010

Quel che resterà del caos


A proposito del caos elezioni, ritengo che, alla fine, una soluzione verrà fuori (a cominciare dal pronunciamento del Tar di Milano previsto per domani). Tuttavia, il problema che rimane e che deve essere risolto è ciò che ha portato a questo: il mancato funzionamento dell'apparato politico del partito del Pdl. Un problema che solo in parte si può giustificare con la sua 'giovinezza', avendo invece le sue radici e ragioni profonde nella situazione di vuoto del sistema di rappresentanza e di guida dei cittadini che si trascina da tangentopoli in poi, con la scomparsa dei vecchi partiti, che si è sommata alla decadenza delle grandi ideologie del novecento. I due principali schieramenti definitisi sulla spinta del bipolarismo, il Pdl ed il Pd, sia pure con le loro differenze, non sembrano entrambi aver trovato una soluzione in grado di colmare quel vuoto.

Come scrive Antonio Polito: “I partiti reggono la vita delle istituzioni, dal Parlamento ai consigli circoscrizionali; selezionano la classe dirigente, non se la fanno scegliere da qualche faccendiere; assicurano una cinghia di trasmissione con l’elettorato, lo frequentano e lo consultano. Per fare tutto questo un popolo non basta. Ci vuole un partito per rappresentarlo. Non esiste esempio al mondo di democrazia senza partiti. Quando ci si prova, vengono fuori Chavez e Putin.” “Né si può pensare di rinchiudere la lotta politica nell’azione di governo, come se un governo del fare potesse sostituire il ronfare del partito. Non funziona. E infatti da mesi, da quando è paralizzato il Pdl, anche il Governo sembra aver perso smalto, è fermo, in stand by, aspettando elezioni che per debolezza del partito rischia di perdere senza nemmeno esserselo meritato.”

Le elezioni regionali, alla fine, si faranno. Probabilmente con tutti gli attori. Ma il problema più grosso deve ancora essere affrontato.

PS: nella foto un candidato della lista Pdl per la regione Lombardia (sul serio)

Nessun commento: