Il governo è riuscito a varare a tempo record un decreto legge interpretativo della legge elettorale che consente di riammettere le liste del Pdl nel Lazio e in Lombardia. Una maratona anche diplomatica con continui e frequentissimi contatti tra palazzo Chigi e il colle più alto che alla fine, ha portato al varo del decreto «interpretativo» e, poco prima della mezzanotte, alla firma di Napolitano. E già oggi, dunque in tempo per poter essere utilizzato dai Tar, sarà pubblicato, come annunciato dal ministro dell’Interno in conferenza stampa, in Gazzetta Ufficiale.
Problema risolto, dunque? Basta un DL interpretativo per riammettere, ad esempio, la lista Pdl alle elezioni regionali del Lazio?
Diciamola chiara: quella lista non era stata presentata nei termini stabiliti. Ora, grazie al DL interpretativo, il Pdl potrà presentarla in quanto i delegati del Pdl 'erano stati visti' all’interno del tribunale prima della scadenza dei termini?
Obiettivamente, Costituzione a parte, da profano, questo mi pare qualcosa di più e di diverso rispetto ad una pura ‘interpretazione’.
E se la documentazione che verrà presentata risultasse non corretta (oramai non mi meraviglierei più di niente), si farà un altro DL interpretativo che ne consenta comunque l'ammissione?
Anche sul fatto che il presidente della repubblica abbia controfirmato il DL, ricordo solo un precedente: il lodo Alfano.
Insomma non mi sembra proprio ancora una vittoria.
I problemi sono ancora tutti sul tavolo.
Forse solo più incasinati.
E a me, da cittadino, questo non piace affatto.
Il Pdl, in sostanza, ha deciso di forzare la situazione (anticipando il giudizio del Tar). Meglio, ha deciso di usare la propria forza in parlamento per raddrizzare una situazione che aveva compromessa per sua propria colpa (almeno nel Lazio).
Fare passare questo per il trionfo della giustizia mi pare veramente arduo.
Peccato, perché da una posizione di almeno parziale ragione si è deciso di passare ad una di chiaro torto. Almeno per me.
Ma la cosa più grave è che questa del DL, lungi dall'essere una soluzione, temo sia l’inizio di un nuovo problema ancora più complesso.
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