Come noto, il ministro della cultura Sandro Bondi ha deciso di non essere presente a Cannes per protestare contro la proiezione - fuori concorso - della pellicola di Sabina Guzzanti "Draquila". A prescindere dal giudizio su quest'opera (a proposito della quale è lecito porsi delle domande) è indubbio che la scelta del ministro è parsa discutibile, se non francamente inopportuna, e comunque evidentemente controproducente: non ha fatto altro che porre la massima attenzione mediatica possibile sulla Guzzanti. E la critica, il pubblico e la stampa francese, puntualmente, ne ha fatto subito un'icona : "la Michael Moore italiana" . Jack Lang, il socialista ex-ministro della cultura francese e attualmente emissario del presidente Nicolas Sarkozy, ha definito come "strana concezione della libertà" la decisione di Bondi di non andare a Cannes. Quanto all'Italia, gli incassi delle proiezioni, cominciate venerdì scorso, sono stati ragguardevoli: 413mila euro (in un giorno sono state di 56.545 euro), piazzandosi al terzo posto al botteghino dopo Robin Hood e Iron Man.
A questo punto sembrano lecite le considerazioni di un bravo regista italiano come Paolo Virzì, che dichiara: "Se c'è uno che ha capito l'importanza della grande impresa culturale è Berlusconi. Perciò mi sarei aspettato alla guida del ministero un uomo capace di riflettere sulla gestione di questo petrolio. Bondi, invece, sembra vivere come una croce il suo mestiere." "E allora dico: caro Berlusconi, lei che ha dimostrato quanto sia strategica per l'Italia l'industria dello spettacolo, perché ha adoperato quella casella cruciale per accontentare un cortigiano ignaro del mestiere? Bondi non è un critico, in queste ore dovrebbe essere a Cannes a occuparsi anche di quattrini, non a scrivere articoli nei quali decide se i nostri film danno dell'Italia un'immagine bella o brutta. Francamente pretendere di dare un'impronta all'estetica nazionale è roba da Corea del nord". "A questo punto meglio il conflitto di interessi. Quasi me lo auguro. Sono certo che in Mondadori, all'Einaudi, a Mediaset, a Medusa ci sono persone - Ne dico uno? Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa - più capaci di Bondi. È evidente che lui vuole fare altro: il vicepresidente del Consiglio, il poeta, il filosofo, il capo del Pdl. Non so".
Già, le poesie di Sandro Bondi. A proposito delle poesie di Bondi, dell'interesse nazionale e della Protezione Civile, interessante la sintesi fatta da Paolo Guzzanti: "Può ora Berlusconi dichiarare che la libertà è un Grande Evento, e dunque farla ricadere nelle nuove norme affidate alla Protezione Civile, affinché la stessa libertà sia sospesa perché ogni grande evento è un’emergenza? Questo è il punto. Il secondo è: avete mai letto una poesia del ministro della cultura? Può una poesia di Bondi essere considerata una emergenza tale da imporre la sospensione delle libertà civili?"
Quanto all'oggetto della polemica sollevata dal lavoro della Guzzanti, mi pare che dal punto di vista pratico e obiettivo, la reazione della Protezione Civile nei primi momenti e l’impegno sostanziale del governo e in prima persona di Berlusconi per riuscire a dare un tetto vero ai terremotati prima dell’inverno (vale a dire nel giro di 6-8 mesi) possano essere considerarati senza ombra di dubbio un successo rilevante, soprattutto raffrontato a tutte le esperienze simili nel nostro paese (e non solo). Il fatto che Berlusconi ne abbia fatto ANCHE un elemento di propaganda di sé stesso e dell’azione del proprio governo, dunque, dal punto di vista pratico (soprattutto per gli abbruzzesi delle regioni colpite) mi pare un aspetto secondario e in ultima analisi legittimo. Cosa che, a mio parere, non si può dire dell’impegno della Guzzanti, che sembra tendere solo a mettere tutto quanto fatto dal governo - e da Berlusconi in primis - sotto una luce negativa, il tutto in base ad un’opinione discutibile e comunque , quella si, tutta politica. Non è forse dunque così sbagliato considerare il lavoro della Guzzanti, in un certo senso, puro sciacallaggio politico, nel senso che sfrutta la questione del terremoto per fini che non mi pare comportino o abbiano comportato vantaggi per i terremotati.
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