sabato 12 giugno 2010

Il bavaglio già c'è


Tra le telefonate intercettate e registrate a Guido Bertolaso, ce ne sarebbero anche quattro con Benedetto XVI ed anche una con Hillary Clinton, capo della diplomazia degli Stati Uniti d'America. Pare che tali telefonate non verranno trascritte né rese pubbliche, in quanto considerate “conversazioni ufficiali che non avevano attinenza con le indagini”.

Perché l'opinione pubblica non può venire a conoscenza di quanto detto da papa Benedetto XVI e Hillary Clinton ad un personaggio pubblico come Guido Bertolaso? Si vuole nascondere qualcosa? Perché questa evidente grave menomazione alla libertà di stampa?
Del resto sappiamo tutto delle presunte abitudini sessuali di Balducci e dei massaggi di Guido Bertolaso, per quale ragione non dovremmo venire a conoscenza di quanto detto al cospetto - telefonico - del Santo Padre? La verità è che la legge bavaglio già esiste ed è una vergogna!

Come scrive Ubaldo Casotto sul Riformista: "La domanda è provocatoria, ma ha una sua logica, anche se non è la nostra. Non è la nostra perché questo giornale ritiene che vada rispettato ciò che il nostro codice di procedura penale già prescrive, e cioè che l'istruttoria di un processo è segreta e il dibattimento pubblico, e quindi che prima di entrare nell'aula di un tribunale atti giudiziari come le intercettazioni non debbano essere pubblicati. Né quelli attinenti né quelli non attinenti con le indagini. Succede invece che vengano pubblicati sia i primi sia i secondi, con la motivazione che “l'opinione pubblica deve sapere per potersi fare un'opinione” relativa anche alla statura morale del personaggio inquisito, soprattutto se questi è una persona pubblica. Non condividiamo. Ma se vale il principio, vogliamo leggere anche le telefonate nelle quali l'inquisito faccia eventualmente bella figura, vogliamo sapere quale tipo umano emerga dalle conversazioni tra Bertolaso e il Papa, a suo disonore o eventualmente a sua difesa. Perché - occorre ricordarlo? - secondo la legge compito del pubblico ministero è anche quello di cercare elementi a discolpa dell'inquisito. Ora, invece, noi leggiamo sui giornali solo ciò che l'accusa seleziona a suo vantaggio (e di cui il giornalista entra in possesso). Quindi, se pubblica deve essere l'istruttoria, oltre che il processo, lo sia veramente. Il lettore, la democrazia, la par condicio, la libertà di informazione (e forse anche la giustizia, a questo punto) lo esigono."

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