sabato 12 giugno 2010

Bavaglio, recita o inutile clangore?


Siamo sicuri che il disegno di legge approvato al Senato sia quello di una legge bavaglio? Non è soltanto un tentativo di limitare le intercettazioni e le loro pubblicazioni in un modo più vicino a quanto si fa negli altri paesi civili? Non esisteva questa esigenza, che, peraltro, nemmeno questo disegno di legge riuscirà a soddisfare? Davvero si rischia di ledere la libertà d'informazione o piuttosto si rischia di ledere qualcos'altro che è un bene ledere? Qual'è il vero senso e significato della grande campagna di protesta montata al riguardo?

"La parola “libertà” s’è alquanto sprecata, ieri, al Senato." (...) "La soluzione sarebbe dovuta essere diversa, bilanciando i tre principi in gioco: sicurezza collettiva, diritto alla riservatezza personale e libertà di stampa. Ecco come: le intercettazioni non devono essere disposte dalla magistratura, non divengono mai elementi di prova, non possono essere depositate nelle carte processuali, ma sono strumento d’indagine, nelle mani della polizia giudiziaria, e servono a garantire la sicurezza di tutti nell’attività di prevenzione e ad acquisire prove, ove il reato sia già stato commesso, in quanto alla stampa, non essendoci testi da copiare dovrà provare a lavorare, facendo inchieste in proprio e raccontando gli esiti processuali, come avviene in ogni democrazia che si rispetti. Il testo approvato, fra clamori e schiamazzi, è una via di mezzo, né carne né pesce, con il risultato d’avere i difetti d’ambo i mondi animali, disperdendone i pregi."
Davide Giacalone

Nessun commento: