sabato 3 luglio 2010

Fratelli d'Italia


Fratelli d'Italia? Si, ma solo piccoli fratelli.
Ciò capita perché è vero che la politica mostra un quadro umano desolante, ma questo non è altro che lo specchio di un Paese che non seleziona classe dirigente. Non la seleziona in politica, ma neanche nell’industria, nella finanza, nelle arti e nella cultura. E non la seleziona perché il nostro è divenuto un Paese di corporazioni ed egoismi, che si coalizza solo quando si tratta di umiliare il merito e fermare i più bravi. In quel caso, tutte le scuse sono buone.
Ciò vale anche per i giornalisti
Scusate la sfrontatezza, ma credo che i giornali italiani siano poco letti anche perché sono assai poco interessanti, ricolmi o di gente che scrive per partito preso, o di altri che da una vita scrivono lo stesso articolo. Idee poche, ma moralismo a man bassa, con gli sconti di fine stagione. Coraggio in dosi omeopatiche, ma che si finge ardore, contro i perdenti. Proposte erogate a pisciolino, ma critiche con l’idrante. Poi muore uno (e me ne dispiace) che si lancia con il paracadute, essendo divenuto famoso perché il primo a far sesso in una trasmissione televisiva, e tutti a parlarne come di un’icona. Ma di che? Di quest’Italia senza qualità, in guerra per un posto al sole.

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