Scrive Davide Giacalone:
"La storia della casa monegasca e il favoritismo accordato da Gianfranco Fini, ai congiunti della propria compagna, denotano una certa concezione (a dir poco deprecabile) della vita politica. Ma quando leggo che sono in corso delle indagini mi domando: e per quale reato?" (...) "Il problema vero consiste nelle pressioni fatte sulla Rai, e in particolare su un uomo (che ha avuto il merito di resistere) del proprio partito, collocato dalla spartizione lottizzatrice, Guido Paglia, affinché l’azienda statale contrattualizzasse i favori al congiunto del capo manipolo. Ciò ha due caratteristiche: 1. è penosamente ripugnante e inaccettabile; 2. è la regola seguita da tutti: destra e sinistra, sopra e sotto, logge e camarille. Si dovrebbe aggiungere: sempre che il fatto sia dimostrato. Ma non prendiamoci in giro: non so di quel fatto specifico, ma per il resto è generalizzato. Se questo genere di fatti viene utilizzato per silurare un avversario politico, magari con l’aiuto del magistrato di complemento, non solo non si risana un accidente, non solo si continua nel malcostume, ma si interpreta quel gioco al massacro con il quale prima si massacra e poi si viene massacrati."
Scrive Giuliano Ferrara:
"Storie disinvolte di trattamento del patrimonio altrui, privato o pubblico, circolano dovunque e hanno dovunque una certa influenza nella costruzione e distruzione di carriere più o meno promettenti." (...) "La questione morale italiana è tutta qui: da noi la spazzatura tende ormai da molti anni a esaurire la politica, a divorarla, a plasmarla secondo norme o costanti vomitevoli, in un delirante ballo universale sulla piazza di Sputtanopoli. Capisco anche troppo bene la gioia infinita che si prova nel vedere il nemico o l'amico degenerato in nemico a terra, nella polvere, ma se poi nel suo volto sfregiato si riflette il nostro volto? Insomma, lo scandalismo fa parte del gioco, ma non merita più di una maligna e intermittente attenzione: non è il sostituto della politica, l'incanaglimento universale."L'ironia della sorte è che l'oggettivo ultimo beneficiario di questo "sostituto della politica" sia colui il quale da oltre tre lustri se ne dichiara vittima e si affanna a denunciarlo e combatterlo.
Scrive Domenico Naso:
"Repubblica e il Fatto stanno a Berlusconi come il Giornale e Libero stanno a Fini." (...) "Anche oggi, in questo sabato agostano, è successa la stessa cosa. Libero, ad esempio, dedica dieci pagine dieci all’ex leader di An. Ieri nove. Domani chissà." (...) "L’antiberlusconismo becero e con la bava alla bocca di certa stampa, dunque, ha fatto scuola. Con la proverbiale conseguenza degli allievi che superano i tanto vituperati maestri."
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