Probabilmente un intervento internazionalmente concordato in Libia è giusto e opportuno. Ma occorrerebbe certamente maggiore ponderatezza a prudenza, anche perché non è affatto chiaro a cosa porti la situazione di una Libia liberata da Gheddafi. Nel caso dell'Italia, poi, mi sembrano fuori luogo e pericolosi certi eccessi di esposizione come la rivendicazione di Napoli come centrale operativa di un'azione militare. Preferirei un profilo più basso e intelligente, soprattutto maggiore coerenza.
Da baciatore di mano a rivendicatore del ruolo guida nella campagna militare internazionale. Poi non lo chiameresti Giuda?
“Il Trattato di amicizia italo-libico porterà dei vantaggi per tutti e chi non lo capisce, purtroppo in questi giorni si sono sentite delle critiche, appartiene al passato ed è prigioniero di schemi superati”
(Silvio Berlusconi, 30 agosto 2010)
PS: Da rilevare che in Italia le scelte di politica estera anche in questo spinoso caso godono della strana congiunzione astrale tra l'incoerenza, l'atavica incertezza - forse anche l'inettitudine? - diffuse in ampi pezzi sia di maggioranza che d'opposizione.
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