domenica 3 aprile 2011

Paura


Così Luca Cordero di Montezemolo:
"Assistiamo a un indecoroso e inaccettabile disfacimento del senso delle istituzioni e della responsabilità pubblica. Il tutto accompagnato dal silenzio assordante della società civile, delle associazioni di rappresentanza e della classe dirigente del paese, che rischia di diventare complice del degrado". "Assistiamo al ritorno di un'influenza fortissima del governo nell'economia, mentre è calato il livello dell'indipendenza. Vale per le banche, come per le fondazioni stesse. Eppure avrebbero dovuto svolgere un'azione di compensazione rispetto allo strapotere di un presidente del Consiglio che controlla quote significative dei mezzi di comunicazione di massa".
Perché su tutto questo sembrano tacere i media, le istituzioni, le associazioni, la società civile? Secondo Montezemolo per "paura", paura di finire nella "macchina del fango".

Non credo sostenibile la tesi secondo cui la nostra democrazia sarebbe messa in pericolo dall'esistenza di un sistema organizzato di "repressione fangosa". Tra l'altro questa tesi potrebbe di converso legittimare l'invocazione di un meccanismo analogo e opposto da parte del principale oggetto della critica di Montezemolo, Silvio Berlusconi, dal suo punto di vista "vittima" non solo di gran parte dei media, ma di alcune Procure avverse. Indiscutibile tuttavia è l'incredibilmente alta soglia di bonaria tolleranza della società civile (potrebbe trattarsi solo di assuefazione?) nei confronti di fatti, espressioni, comportamenti e altre amenità da parte di molti dei nostri politici di riferimento che invece dovrebbero essere inaccettabili. E anche solo questo non ci rende degni di definirci una nazione civile.

Dov'è la nostra società civile? Perché non è rappresentata (o capace di farsi rappresentarsentare) degnamente?

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