Naturalmente quello che ho detto a proposito degli apparecchi hifi è solo una metafora. Lo stesso discorso vale per gli apparecchi tecnici in qualsiasi campo (come pure i farmaci, le terapie, i protocolli sperimentali), ma anche per le espressioni dell'arte e dell'artigianato. Se pure rinascesse un novello Michelangelo, potrebbe mai costui oggi come oggi trovare il tempo e la voglia di affrescare una cappella Sistina e quale committente avrebbe la pazienza di aspettare per mesi od anni? Gli orologi meccanici certo sono scomodi e meno precisi di quelli elettronici, ma volete mettere la meraviglia di tali congegni costruiti a mano con infinita precisione, pazienza e maestria da bravi orologiai, pezzo per pezzo, rotellina su rotellina.
Oggi si è persa la cultura della qualità. Non si vuole aspettare, non ne vale la pena. Perché per un buon orologio (nel senso che funziona bene) bastano pochi euro. Per una opera d'arte, basta uno scatto fotografico d'artista (cioè di colui che ha un mercante d'arte che lo sa proporre e vendere) o qualche macchia di colore buttata con ispirata espressualità su una tela (sempre da parte di un artista, cioè colui che ha un mercante d'arte che lo sa proporre e vendere) o qualsiasi creazione di fantasia ed originale composizione varia (sempre fatta da un artista, cioè colui che sa far passare quello che fa come espressione artistica, tanto più se spropositata e fuori dal comune e dalla logica, come quello che incarta i palazzi). Ma è veramente arte questa? Arte moderna, si dirà, avanguardia, espressione dei nostri tempi. Forse, ma spesso mi sembrano solo astruse sciocchezze. Siamo sicuri che lasceranno un segno indelebile nella storia dell'arte? Più semplicemente, sono belle? Hanno valore artistico od almeno estetico? Oppure è solo costume, moda, creatività fine a sé stessa, spot pubblicitari? Che relazione intercorre, oggi, e quali sono i loro limiti di confine, tra arte e pubblicità? Alcuni pubblicitari sarebbero, a mio parere, da annoverare tra i migliori e più sensibili rappresentanti di arte moderna, così come è oramai prassi ingaggiare grandi artisti e registi per fini di promozione commerciale.
Ma torniamo alla questione generale delle innovazioni.
Certo la fascinazione di tutto ciò che è nuovo è sempre molto grande. Perché sono sempre grandi le aspettative, specialmente se c'è interesse ad alimentarle ad arte. Ma è sommamente opportuno essere pragmatici, constatare i reali benefici e miglioramenti del nuovo, prima di rinunciare al vecchio.
Ricordo la mia sorpresa quando ebbi modo di visitare dei centri di ricerca molto qualificati all'estero: mi aspettavo di trovarvi apparecchi modernissimi e fantascientifici, mentre in realtà avevano spesso apparecchiature validissime, certo, ma anche datate, semplicemente tenute molto bene ed usate con criterio. Insomma quel che conta è il buonsenso, se un apparecchio è valido e fa il suo scopo è perfettamente inutile cambiarlo con uno nuovo, se non offre nessun miglioramento sostanziale.
Il progresso è comunque innegabile, la scienza e la tecnica subiscono una evoluzione continua. Semplicemente manteniamo gli occhi aperti ed il cervello acceso, senza rinunciare a priori a vagliare le cose con sano buonsenso solo in nome della modernità.
Insomma, siamo conservatori. Così potremo essere più realmente progressisti.
1 commento:
Perche non:)
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