Ci sono periodi nei quali mi interesso con particolare attenzione alle vicende politiche. Questo capita in circostanze di particolare rilievo, come elezioni, fasi di crisi istituzionale, passaggi legislativi significativi, avvenimenti di politica estera, ecc. A tali momenti di alto interesse seguono, però, lunghi periodi di stanchezza e apatia nei confronti delle cose della politica, talora di rifiuto totale. Me ne sono chiesto il perché.
In primo luogo ho considerato l'ipotesi di una mia eventuale superficialità. La politica ci riguarda, ci condiziona nella vita di tutti i giorni, ci determina valori ed aspettative, rappresenta ciò che guida l'evoluzione della nostra società nei suoi aspetti pratici e culturali, dalle strade alle scuole, dalle tasse alla televisione, dalla gestione del territorio a quella della sicurezza, nel presente e nel futuro. Possibile che io desideri di vivere la mia vita disinteressandomi della politica? Sono dunque così superficiale?
La seconda ipotesi è stata la considerazione dell'inutilità, o quantomeno l'assai scarso effetto, del mio impegno nella politica. Come comune cittadino, posso esercitare un effetto sensibile con il voto, partecipando a manifestazioni, cercando di confrontare con altri le mie idee e convinzioni, oppure entrando nella militanza in qualche organizzazione politica. Tuttavia la netta sensazione è che i livelli di azione e gestione reale della politica siano a livelli assai lontani da quelli ai quali possa riuscire ad accedere, nonostante ogni mio pur lodevole sforzo, con il mio impegno personale. Insomma posso riuscire ad attaccare qualche poster, a raccogliere qualche firma, ad eseguire qualche indicazione di capo di sezione, a partecipare a qualche assemblea di partito, per esagerazione, a farmi eleggere alle elezioni comunali. Questo darebbe ragione del mio impegno? Ne varrebbe la pena? Potrei influire sulla politica?
La terza ipotesi attiene all'analisi della vera natura della politica. Idealisticamente, la politica rappresenta l'espressione di grandi ideali, di alte progettualità di società, che si rende operativa al fine di concretizzarne la realizzazione, per rendere possibile la creazione della migliore società possibile. Praticamente, la politica rappresenta la mediazione dei grandi interessi all'interno della società, delle varie voci in grado di esprimere ed esercitare pressione, influenza, di condizionare le decisioni. Più l'attore è importante, maggiore è l'influenza che può esercitare sul sistema politico. Quali sono gli attori sociali più importanti? I grandi gruppi, ed in particolare quelli con maggiore peso economico. Cioè chi è finanziariamente potente od in grado di gestire e spostare un grande flusso di denaro, di comprare, di acquisire, di affiliare, se non di corrompere. In quest'ottica, che valore può avere il mio impegno personale? Senza considerare che, oggi come oggi, esistono interessi e gruppi transnazionali, con capacità di influenza e di pressione ancora più notevoli. Ha dunque senso impegnarsi per intervenire nella politica di tutti i giorni?
In conclusione, probabilmente tutte queste considerazioni sono abbastanza fondate: sono superficiale, almeno nel senso che mi preoccupo di mantenere il controllo attivo solo delle questioni sulle quali ritengo di poter esercitare qualche ragionevole effetto, avendo invece un atteggiamento fatalista, se non rassegnato, per tutto il resto; che la politica, al di là di ciò che se ne dice e di ciò che appare, spesso è una grande illusione, dietro la quale intervengono elementi di determinazione, nascosti o non immediatamente evidenti, assai più significativi e significanti; che ciò che muove il mondo, a parte qualche rara eccezione, non sono i grandi ideali o le grandi politiche, ma i grandi interessi economici, il dio denaro.
Detto questo, che potrebbe apparire una conclusione disfattista e pessimista, voglio ribadire che, grazie al cielo, l'uomo è superiore a tutto questo ed in grado di vivere la sua vita felice e serena, a
dispetto di tutto, nonostante tutto. A patto che sappia guardare a sé stesso, ai suoi veri valori ed alle sue più profonde aspettative. Insomma non c'è multinazionale che tenga di fronte ad un tramonto sul mare, ad un bambino che ti sorride, all'amore ed alle piccole gioie della vita, come dare un calcio ad un barattolo passeggiando in un viottolo di campagna con le mani in tasca in un pomeriggio caldo di primavera.
sabato 5 maggio 2007
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