Sono stati recentemente pubblicati su BJAB (British Journal of Animal Behaviour) i risultati di una complessa sperimentazione condotta presso i laboratori di Koltushing, località vicina Leningrado, da una equipe mista di ricercatori composta da medici fisiologi, etologi, biologi e genetisti, tutti sotto la direzione del prof. Nikolaas Tinborgen (premio Nobel per la fisiologia nel 1973) dell'università di Konigsberg. Tale sperimentazione è stata condotta su un gruppo di 18 cani adulti (razza Beagle) tutti maschi e lasciati convivere in un ambiente circoscritto ed isolato per più di due anni. Lo studio delle dinamiche comportamentali e sociali all'interno del gruppo, ha consentito di individuare alcuni elementi con più spiccate caratteristiche di remissività e passività (con riferimento anche ai comportamenti di tipo sessuale) rispetto agli elementi dominanti e più aggressivi. Su quattro di questi elementi passivi (indicati come "femminili") sono state praticate tecniche di fecondazione artificiale (sotto copertura di una adeguata terapia ormonale, sono stati posti per via endoscopica nella loro cavità addominale ovuli di cagnette della stessa razza precedentemente fecondati in vitro). A due settimane dal termine della gravidanza, sono stati prelevati per via chirurgica i cuccioli e posti in incubatrice. A sviluppo completato, i cuccioli sono stati ricondotti all'interno del gruppo. La cosa sorprendente è che i cuccioli così nati, che hanno continuato a ricevere un allattatamento artificiale, sono stati accolti e accuditi dagli elementi "femmina" con cura ed attenzione paragonabile a quella di vere cagnette madri. Anche gli elementi dominanti si sono dimostrati rispettosi e protettivi nei loro confronti, riconoscendo i nuovi arrivati come elementi appartenenti al gruppo. I cuccioli hanno mostrato, nei mesi successivi, una crescita ed uno sviluppo comportamentale assolutamente normale. Le conclusioni degli autori sono che il pieno successo dell'esperimento dimostrerebbe la capacità da parte di una comunità composta di elementi di uno stesso sesso, supportata delle moderne metodiche di fecondazione artificiale, di costituire comunità autosufficenti ed in grado di sostenere lo sviluppo delle nuove generazioni della specie.
Naturalmente non è vero niente. Non è mai stato condotto un esperimento del genere. Tuttavia questo esperimento immaginario non è affatto così fantascientifico, considerato che le possibilità tecnico-scientifiche attualmente disponibili non sono così lontane da renderlo realizzabile. Su animali, certo, ma anche (teoricamente, certo, e magari non proprio in questi termini) sull'uomo. Per questo occorre porci seriamente il problema.
Quello che mi chiedo (l'esperimento di cui sopra mi è venuto in mente proprio riflettendo su questo) è se un futuro di questo tipo (ma si può immaginare di peggio, soprattutto pensando alla clonazione), sottoponibile cioé al sovvertimento ed allo stravolgimento delle più elementari regole di madre natura, possa essere sostenibile. Io spero di no.
venerdì 6 aprile 2007
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