Un ubriaco rom che investe ed uccide quattro ragazzi. Incolpevole. Un poliziotto, un carabiniere od anche una persona qualsiasi che reagisce ad una aggressione sparando, magari solo per paura. Un assassino.
La nostra giustizia, di fatto, prevede la divisione della società in due categorie distinte che meritano un trattamento differenziato. Chiamamole categoria "A" e categoria "B".
Una persona che fa una rapina, se lo fa, lo fa solo per necessità (categoria "A"). Se questa persona è un minore, un rom, un extracomunitario, immigrato clandestino, un tossico, fa parte di una di quelle categorie sociali considerate deboli, che nel loro complesso rientrano nella categoria doppia "A". Se questa persona, sorpresa durante la rapina da un agente di polizia, si mette in fuga, esercita semplicemente un suo diritto, quello di cercare di scappare (sempre categoria "A"). Se ha in mano un'arma, vera o finta che sembra vera, lo fa solo per rendere più efficace la sua azione (sempre categoria "A"). Se viene catturata, deve essere trattata con tutto il rispetto possibile per un essere umano e deve poter godere di tutte le tutele legali (categoria "A"). Se poi reagisce fisicamente alla cattura, verbalmente o materialmente, magari sputando in faccia al proprio aguzzino, c'è da compatirlo, suvvia (categoria "A"). Se, anche colto in flagrante, riesce a piede libero il giorno dopo, non fa che fruire delle normative vigenti (categoria "A"). Se, una volta di nuovo in circolazione, ritenta una nuova rapina, si ritorna al punto iniziale (sempre categoria "A").
Un poliziotto (o un carabiniere) rappresenta istituzionalmente un tutore della "legge", cioè rappresenta lo "stato", cioè, in senso lato, la società, le istituzioni, l'ordinamento costituito, quindi una entità forte (categoria "B"). Lo fa per scelta consapevole, ne fa un lavoro, percepisce uno stipendio (basso, ma sempre stipendio è!) per questo (categoria "B"). Quando decide di farlo, è consapevole di quello che fa, dei rischi cui va incontro (categoria "B"). Viene addestrato per quello che fa, viene reso edotto delle sue funzioni, dei suoi compiti e dei suoi limiti (categoria "B"). Quindi, se per strada si trova di fronte un malvivente armato che sta scappando dopo una rapina, NON PUO' SBAGLIARE (categoria "B"): deve intimare l'alt; deve sparare un colpo in aria; deve cercare di impedire la fuga del malvivente, magari sparando alle gomme dell'auto sulla quale sta tentando di scappare, nel frattempo cercando di investirlo; deve cercare di capire se quel malvivente possiede un'arma vera o se, magari, si tratta solo di un'arma giocattolo priva del tappo rosso di gomma; se minacciato, deve mantenere la calma e la lucidità necessarie per valutare le cose correttamente, come gli si impone (categoria "B"); non gli sono concessi cedimenti, paura o impulsività (categoria "B"); non sono ammessi errori, eccessi di legittima difesa, perché lui è categoria "B" ed ha di fronte un categoria "A" (o persino "AA"). Meglio, nel dubbio, subire, accondiscendere, magari farsi ammazzare, piuttosto che finire (lui, la sua famiglia, i suoi figli, i suoi parenti, il suo paesino di origine, ecc.) nella gogna mediatica della stampa e dei media, sempre pronti a dare addosso al "poliziotto assassino", magari, in un impeto di compassione, giudicato semplicemente impreparato ed inadeguato (ma sempre e comunque "assassino"), che ha sbagliato colpendo una povera vittima (poco importa se la povera vittima stava delinquendo: sempre di categoria "A" si tratta).
In conclusione, le vittime di questa ipocrisia culturale che ci porta a considerare con compassione e benevolenza la categoria "A" non sono solo i poliziotti, i carabinieri, ma siamo tutti noi, poveri semplici cittadini. Di categoria "B".
PS: Una sala del senato della Repubblica intitolata a Carlo Giuliani è l'apoteosi della categoria "A", la sua beatificazione. Giusta la pietà per lui, ma non è troppo fare di lui un santo e martire? Siamo certi che le colpe di una simile tragedia stiano da una sola parte? Non si rischia, di converso, una ingiusta e definitiva condanna morale, un eterno confinamento nel girone dei reietti, di tutta una categoria, quella dei tutori dell'ordine? Siamo certi che sia un esempio corretto ed educativo da consacrare in uno dei luoghi più rappresentativi delle istituzioni?
lunedì 9 luglio 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento