«I resistenti stavano dalla parte giusta, i repubblichini dalla parte sbagliata. È doveroso dire che, se non è in discussione la buonafede, non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertà e chi, fatta salva la buonafede, stava dalla parte sbagliata»
«Chi è democratico cioè si riconosce nei valori della libertà, dell'uguaglianza e della giustizia sociale è antifascista, ma non tutti gli antifascisti in Italia erano democratici perchè chi aveva come modello l'Urss di Stalin era a pieno titolo antifascista ma non a pieno titolo un democratico».
A proposito di queste importanti e significative affermazioni fatte da Gianfranco Fini nel corso della riunione (Atreju 2008) dei giovani di AN (alcune delle quali riproposte nel video:
FINI: LA DESTRA SI RICONOSCA NELL' ANTIFASCISMO - Video politica LA7.it )
riporto per intero un articolo di blog che mi sento di condividere completamente: scritto da Marco Cavallotti Legnostorto, 14/09/2008 | |
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![]() Certo, colpisce il fatto che Fini non si sia ricordato nemmeno questa volta che una "destra" non totalitaria, non "antidemocratica", come dice lui, ci sia e sia stata sempre presente fra i principali nemici di entrambi i totalitarismi, cresciuti a destra e a sinistra: si tratta del pensiero liberale, mai pensiero di massa in Italia, ma vettore di fondamentali valori sparsi spesso tra personalità militanti in varie formazioni politiche. È anche un po' ridicolo che per farsi capire meglio il leader di An insista con le graduatorie del "male", dimenticando che ci fu allora ben "di peggio" – anche solo calcolando col pallottoliere il numero dei morti –, e che non si può mai mettere un limite alle follie umane. Ma in fondo se Fini sapesse e ricordasse anche questo finirei per trovarmi d'accordo con lui… Qualcuno troverà che l'abbandono delle trincee in difesa dell'onore dei vinti possa dare uno spazio spropositato a coloro che vollero arrogarsi – molto impropriamente – il merito di vincitori. Io non penso che sia così: non mancano ormai le opere serie che riconsiderano il ventennio, la guerra e quel che ne seguì con un certo equilibrio: basta leggerle. Ma non tutti lo vogliono fare: il che significa che ormai la retorica a senso unico dell'antifascismo piazzaiolo e strabico – quel tipo di antifascismo che giustamente Fini definisce "non democratico" – è diventata un irrinunciabile paravento dietro al quale nascondere il nulla. Noi speriamo che a Fini ed ai suoi non serva un simile nascondiglio. http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_content&task=view&id=22831 |
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