http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200902articoli/41015girata.asp

Riuscendo a guardare le cose con cinico realismo e considerando la politica essenzialmente come una guerra, una guerra per i voti e per il potere, non si può non riconoscere che questa guerra il PDL la stia vincendo (così come questa guerra la sta perdendo lo schieramento del centro-sinistra ed il PD, che non riesce a tenersi in piedi per l'inconciliabile incongruenza delle due sue anime).
Dal mio personalissimo punto di vista, non sono mai riuscito a sentirmi un 'forzista' convinto, neppure all'esordio di quella novità politica - Forza Italia - che qualche margine d'illusione poteva forse pur concederlo. Ma ho convintamente votato per quello schieramento, semplicemente perché lo ritenevo l'unica alternativa possibile al centro-sinistra (che con altrettanta convinzione non condivido).
Allo stato attuale, non riuscendo a rinunciare al principio (romantico?) che la politica debba mantenere un alto valore ideale, non mi rimane che sperare nella nascita di un vero schieramento liberale in Italia (per il quale, ne sono convinto, ci sarebbe lo spazio oltre che la necessità).
Probabilmente un'altra illusione.
Il grande problema politico in Italia, che riguarda sia il PDL che il fu-PD, è che vince lo schieramento che riesce a conquistare il centro. Un po' come con gli scacchi: chi controlla il centro scacchiera riesce a condurre il giuoco.
Questa è una maledizione che riguarda i sinceramente liberali, come i sinceramente progressisti, e che finisce col premiare sempre e comunque i Mastella, i Casini, gli ex-Dc inossidabili, i filo-clericali.
Solo un leader veramente forte e capace potrebbe riuscire a non rimanere soggiogato da un quadro simile. Ma l'unico sul campo, a quanto pare, ha deciso di non farlo.
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