martedì 24 febbraio 2009

UN ESAME CRITICO DELLE FONTI ALTERNATIVE DI ENERGIA

Negli ultimi cinque anni, la combinazione di alti prezzi dell’energia e preoccupazioni in merito al riscaldamento globale ha generato richieste e appelli a favore di un’intera gamma di nuove fonti energetiche da parte di tutto lo spettro politico, da Ralph Nader a John McCain; anche T. Boone Pickens, il petroliere texano, e Al Gore, l’ambientalista, hanno annunciato dei progetti che mettono una forte enfasi sulle fonti rinnovabili come il solare e l’eolico. Inoltre, l’amministrazione
Bush ha chiesto di porre fine alla nostra “dipendenza” dal petrolio straniero, e così oggi l’amministrazione Obama.

È una vera e propria stranezza per l’attuale mania per le energie rinnovabili
il fatto che originariamente il petrolio fosse un carburante verde, e che abbia ridotto l’inquinamento dovuto al carbone del Regno Unito. Infatti, il petrolio prese piede come alternativa ai biocarburanti, soprattutto l’olio di balena usato nelle lampade.
Benché le energie rinnovabili abbiano un ruolo importante nell’approvvigionamento energetico, la realtà è che troppo spesso ottengono una specie di passepartout dal punto di vista analitico. Molte delle proposte non supererebbero il test della risata se portate avanti da grandi imprese private, ma vengono accolte da attivisti e politici senza una seria riflessione in merito ai loro costi o ai benefici. Questo articolo vuole porre l’enfasi proprio sull’efficienza economica.

Non vi è dubbio che molte delle nuove fonti di energia riducano l’inquinamento, ma le
questioni da porsi sono, in primo luogo, se i specifici inquinanti rappresentino i migliori obiettivi e, in secondo luogo, se i loro benefici sono il meglio che si possa ottenere a parità di spesa. Non tutto l’inquinamento presenta lo stesso livello di danno ambientale, e differenti carburanti e tecnologie, ovviamente, forniscono diverse quantità di benefici. Limitarsi a dire che si dovrebbe perseguire qualsiasi tipo di approccio di riduzione dell’inquinamento è del tutto inefficiente; i confronti fra i relativi costi e benefici consentono un uso molto più efficiente delle nostre scarse risorse finanziarie.
"Le crisi energetiche non ci hanno ancora sopraffatto, ma lo faranno se non agiremo rapidamente. […] La cosa più importante, in queste proposte, è che l’alternativa potrebbe essere una catastrofe nazionale. Ogni rinvio può influire sulla nostra forza e potenza come nazione."
Presidente Jimmy Carter

Il 18 aprile 1977, il presidente Jimmy Carter pronunciò il suo famoso discorso in cui definiva le crisi energetiche come l’equivalente morale della guerra e proponeva varie misure come risposta, fra le quali l’istituzione della Synthetic Fuels Corporation per promuovere le energie alternative, principalmente scisti oleosi e gassificazione del carbone, oltre all’erogazione di sussidi per l’energia solare e quella eolica. (Su un piano più banale, egli incoraggiò anche il risparmio energetico e un maggiore utilizzo del carbone.) In tutta la nazione spuntarono pannelli solari termici, perfino sul tetto della Casa Bianca, le società petrolifere svilupparono (o acquistarono) divisioni di energia solare, vennero eretti impianti per l’energia eolica in molti luoghi e fu finanziata la ricerca in una varietà di fonti di energia esotiche. Si disse che l’auto elettrica era proprio dietro l’angolo, e la Chrysler, per citarne solo una, abbandonò la propria linea di vetture più grandi. La maggior parte di tutto ciò si rivelò una scelta poco saggia, per usare un eufemismo.
Si scoprì che tutti i modelli computerizzati, tutti gli economisti e i consulenti, le organizzazioni governative e le compagnie petrolifere, si erano sbagliati in merito a una continua crescita dei prezzi e alla scarsità delle risorse disponibili. La convinzione che i mercati fossero miopi nel non aumentare i prezzi in maniera sufficiente a rendere assolutamente necessari i carburanti sintetici si dimostrò solo arroganza da parte di molti esperti.
La Synthetic Fuels Corporation fu un totale fallimento, i pannelli per il solare termico e le turbine eoliche ebbero numerosi problemi tecnici e gli americani tornarono al loro amore per i veicoli grandi, premiando Ford e General Motors per la loro “preveggenza” (e punendo così la Chrysler). E le auto elettriche restano ancora oggi “proprio dietro l’angolo”. Gli sforzi per promuovere la cogenerazione ebbero come risultato dei successivi attacchi da parte di avvocati dei consumatori, che contestavano il pagamento di prezzi al di sopra di quelli del mercato.

Viene fortemente reclamizzata
la capacità di creazione di posti di lavoro delle energie rinnovabili come quella eolica e quella solare. Ma se questo tipo di energie non sono economicamente autosufficienti senza significative sovvenzioni, la loro capacità di creazione di posti di lavoro non dovrebbe essere una caratteristica sufficiente a far riversare miliardi di dollari di nuovi sussidi.

Dimenticare in modo consapevole e sistematico i difetti delle nuove fonti di energia è
una strategia che ha una lunga storia. Le prestazioni estremamente scarse dei veicoli elettrici sono state a lungo trascurate dai loro fautori. Eppure, è difficile pensare ad altri prodotti considerati desiderabili che presentino delle simili limitazioni: forse un televisore che funzioni solo 16 ore al giorno? O che stia acceso solo 3 ore ogni 8?
"Solo due anni fa, i veicoli elettrici sembravano la risposta alle preoccupazioni per il rumore, l’inquinamento e la distruzione ambientale, che sono conseguenze del motore a combustione interna. La California aveva in programma di richiedere all’industria automobilistica di costruire e vendere decine di migliaia di auto elettriche all’anno nel Golden State. Poi, le autorità di regolamentazione hanno accettato a malincuore il fatto che gli automobilisti si sarebbero ribellati se fossero stati costretti a guidare automobili alimentate da costose batterie che avevano un’autonomia di meno di 100 miglia e avevano bisogno di quasi otto ore per ricaricarsi. Ora, i veicoli elettrici sono tornati di moda. Il cambiamento più grande nelle loro prospettive è venuto dall’emergere improvviso della tecnologia delle celle a combustibile a prezzi accessibili […] il nuovo consorzio spera di produrre inizialmente dalle 10.000 alle 50.000 autovetture all’anno alimentate con pile a combustibile, partendo commercialmente nel 2004."
The Economist, 18 dicembre 1997.

È sorprendente che una tecnologia così incredibilmente complessa e costosa come quella delle automobili a celle a combustibile a idrogeno nel 1997 fosse considerata (da alcuni fautori come Jeremy Rifkin) quasi pronta per il mercato, nonostante il fatto che la produzione d’idrogeno non fosse ancora economica, che non ci fosse un sistema di distribuzione per il carburante a idrogeno, che la tecnologia delle celle a combustibile fosse ancora eccessivamente onerosa, e che i sistemi di immagazzinamento fossero ingombranti e inefficienti.

Mentre i conservatori sono inclini a concentrarsi interamente sui costi relativi delle varie
fonti di energia, i sostenitori delle energie alternative adottano una tattica diversa. Di solito affermano che: a. l’economia non è molto importante; b. le energie alternativesono grossomodo economicamente sostenibili già ora (o possono essere rese tali attraverso delle politiche governative); oppure c. i benefici intangibili sono superiori a un’economia scadente.
Tuttavia non si tratta di una questione di costi e benefici puri, quanto piuttosto di costi e benefici relativi. Gli Stati Uniti hanno molte opportunità per ridurre il consumo energetico, le emissioni di carbonio e/o le importazioni di petrolio, e il loro bilancio è comunque limitato. Pertanto, spendere il denaro in modo saggio significa generare il massimo beneficio, presupponendo che per realizzare questi obiettivi sia necessario ricorrere al denaro dei contribuenti o dei consumatori. Come illustrato nella seguente tabella, il costo dell’eolico è prossimo alla concorrenza con altre fonti, mentre il fotovoltaico è ancora troppo costoso per poter essere competitivo al di fuori degli usi di nicchia. Le sovvenzioni sono enormi per entrambi, benché l’eolico non ne abbia bisogno e il fotovoltaico semplicemente non sia pronto a dare un contributo significativo al nostro fabbisogno energetico.Eppure, molti sostengono che le energie rinnovabili siano la risposta al problema degli
alti costi dell’energia, il che è un po’ come Maria Antonietta che suggerisce ai contadini senza pane di mangiare brioches.
Costi per la generazione d’elettricità (espressi in Cent/kwh)
Carbone polverizzato 4.3
Geotermico 4.4
Ciclo combinato a gas naturale 4.7
Eolico 4.8
Biomassa a circuito aperto 5.1
Nucleare 6
Solare termico 12.6
Fotovoltaico 21
Prezzo dell’elet
tricità negli Usa nel 2006 sul mercato all’ingrosso 5.9

Greunsprecht, 2005.

È raro sentire qualcuno ammettere che le fonti di energia rinnovabile abbiano delle carenze, a meno che non si tratti di loro oppositori. Purtroppo, con le fonti rinnovabili esiste una varietà di problemi che solitamente viene ignorata, incluso il requisito di ampi terreni, la concorrenza con i prodotti alimentari, l’intermittenza della fornitura, e gli inquinanti. Benché l’etanolo possa avere dei chiari benefici ambientali, esso ha anche una serie di conseguenze negative, fra le quali l’elevato fabbisogno energetico per i fertilizzanti, la sua trasformazione e il trasporto, anche se spesso tutto ciò viene esagerato. L’impatto sui prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale è stato piuttosto evidente, anche se dovrebbe mitigarsi nel lungo termine. E il carburante a etanolo porta con sé una varietà di sostanze inquinanti, compresi più elevati livelli di acetaldeide e formaldeide rispetto alla benzina normale, ma anche maggiori composti organici volatili. A loro volta, le celle fotovoltaiche possono contenere dei materiali pericolosi che possono essere rilasciati in caso di incidenti, mentre gli impianti per la concentrazione del solare di solito usano petrolio o sali fusi, e quasi tutti gli impianti richiedono sostanze come lubrificanti e fluidi idraulici.

In conclusione, promuovere tecnologie non ancora pronte per il mercato significa soltanto sprecare denaro e danneggiare la loro immagine agli occhi dei consumatori. Le limitate risorse
del nostro bilancio dovrebbero essere reindirizzate, dando sovvenzioni nettamente inferiori al solare (che non ne ha bisogno) e al fotovoltaico (non ancora ampiamente perseguibile). Il denaro risparmiato dovrebbe essere speso in ricerca per ridurre i costi del fotovoltaico e migliorare le tecnologie delle batterie, che renderebbero più attraente una varietà di fonti di energia e il loro uso. Ma soprattutto va riconosciuto che la capacità economica di una determinata tecnologia energetica ha come risultato l’adozione diffusa della tecnologia stessa da parte dei consumatori, il che è molto più utile degli obblighi governativi. Questo è il motivo per cui il risparmio energetico ha dato un forte contributo negli ultimi tre decenni.

Michael C. Lynch
(Presidente di Strategic Energy and Economic Research e ricercatore presso il Center for International Studies del Massachusetts Institute of Technology)

Brani tratti da:
http://brunoleonimedia.servingfreedom.net/OP/63_Lynch.pdf

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