Mills dunque è stato giudicato in primo grado colpevole. Si, ma colpevole di cosa?
Il 17 febbraio scorso, i giudici milanesi hanno inflitto al legale inglese David Mills 4 anni e mezzo di carcere per corruzione in atti giudiziari. Con 376 pagine di motivazioni alla sentenza depositate ieri.
«Mills - affermano i giudici - agì come falso testimone per consentire a Berlusconi e al gruppo Finivest l’impunità dalle accuse o, almeno, il mantenimento degli illeciti profitti realizzati. Dall’altro lato Mills ha contemporaneamente perseguito il proprio vantaggio economico».
I «silenzi» del legale britannico nei processi Telepiù e All Iberian, dove fu sentito come teste, avrebbero «ricondotto solo genericamente alla Fininvest, e non alla persona di Berlusconi, la proprietà della società offshore, favorendolo in quanto imputato». «Egli non poteva dire in modo eclatante il falso - dicono - poteva soltanto coi suoi "tricky corners" (artifici verbali, come lo stesso Mills li definì nella sua confessione) aggirare le domande più insidiose evitando sempre di rispondere alla domanda ’di chi sono queste società?». «Con le sue parole imprecise» avrebbe indotto i giudici in errore sulla «falsa attribuzione di Century e Universal One», strutture da lui stesso ideate come emerge dalla deposizione della teste Tanya Maynard e destinate a garantire la successione del patrimonio del Cavaliere ai figli.
Dunque lo si accusa essenzialmente di testimonianza reticente sulle sue complesse operazioni finanziarie (dunque l'eventuale reticenza potrebbe essere utile anche a sé stesso) . Ma la corruzione dove sarebbe?
Secondo i giudici il prezzo della corruzione, quei 600mila dollari trasferiti con «una opaca, raffinata e artificiosa modalità» sui conti di Mills, comprendevano, oltre alla false testimonianze, anche il «disturbo» per tutte le operazioni di riciclaggio messe in atto «per nascondere, mascherare, traformare, schermare» la tangente. «David Mills ha ricevuto enormi somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali, da Fininvest e da Silvio Berlusconi, fin dagli anni 1995 - 1996, e quindi da un'epoca anteriore a quella delle sue deposizioni nei procedimenti tenuti a Milano". Che è un modo da parte dei giudici di riconoscere subdolamente che a) a Mills furono pagate delle cifre consistenti per la sua attività di copertura di manovre finanziarie, b) che non sono riusciti a stabilire con certezza come e dove sarebbe stata pagata la effettiva tangente per la sua supposta corruzione.
Ma ci sarebbe la famosa "confessione" fatta da Mills al suo commercialista (quella fatta per cercare - inutilmente - di non pagare le tasse inglesi sugli importi corrispostigli dalle società riconducibili a Fininvest attribuendogli la qualifica di donazioni per i suoi servigi). Quella stessa confessione confidenziale fatta poi emergere dal suo commercialista che lo denunciò alle autorità inglesi (che tuttavia non riconobbero come verosimile, visto che poi le tasse su quelle prestazioni le fece pagare, non riconoscendole come 'donazioni').
«Mills - e qui giudici contestano anche la ritrattazione dell’avvocato di Sua Maestà dopo la sua iniziale confessione - faceva riferimento alla riconducibilità del denaro alle condotte processuali mantenute in favore di Finivest prima di attribuirne la paternità ad Attanasio: se i numeri hanno un significato inequivoco non può sottacersi che risulta inversomimile che ci fossero voluti 12 mesi e 12, tra ripetizioni e mancate rettifiche delle stesse».
Fonte di alcune parti del testo:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200905articoli/43873girata.asp
e
http://www.corriere.it/politica/09_maggio_19/mills_berlusconi_processo_990be7c4-445d-11de-a9a2-00144f02aabc.shtml
martedì 19 maggio 2009
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