sabato 18 luglio 2009

Befera: successo della lotta alla evasione fiscale


Uno dei pochi presunti meriti del precedente governo di centro-sinistra (e del ministro Visco in particolare), era quello dell'efficace azione di lotta all'evasione fiscale, condotto attraverso una serie di misure, come la tracciabilità dei pagamenti, che tuttavia, aldilà della loro reale efficacia nella lotta alla evasione fiscale, rendevano certamente molto più complicata e piena di adempimenti burocratici la vita dei cittadini onesti. L'attuale governo ha provveduto a rimuovere molte di quelle norme ed adempimenti, ma senza che la lotta all'evasione fiscale sembra ne abbia tratto un danno. Tutt'altro.
Già nello scorso anno si è registrato un significativo aumento (un vero "boom d'incassi" secondo il Corriere della Sera) delle entrate fiscali: 6,9 miliardi di euro, l'8% in più rispetto al 2007.
Nei primi 6 mesi di quest’anno, il fisco è riuscito a recuperare quasi due miliardi di euro. Questo ha sottolineato in una intervista rilasciata al CdS l'altro ieri Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate: “500 milioni in più rispetto al 2008. A fine 2009 avremo riscosso un miliardo in più sempre rispetto al 2008, e parlo di incassi. Gli accertamenti l’anno scorso sono arrivati a 20 miliardi, un record. Prima il fisco riusciva a recuperare il 3 per cento di queste somme, oggi siamo al 10 per cento. Ed è solo l’inizio”. Un cambio di rotta, osserva Befera, dovuto al fatto che “adesso il governo e il parlamento ci hanno dato strumenti efficaci. La spinta che c’è stata sull’adesione volontaria e sugli accertamenti sintetici, con i quali si verifica la capacità di spesa confrontandola con il reddito dichiarato, sta dando ottimi risultati. Poi abbiamo cambiato strategia anche noi, stiamo spingendo sulle indagini bancarie e sugli accertamenti mirati”. Con il varo dello scudo fiscale poi le cose dovrebbero andare ancora meglio. Befera ha negato che questo strumento possa essere ritenuto un premio agli evasori: “Non è così, perché lo scudo fa da cerniera con la stretta del decreto sui redditi nei paradisi fiscali, che salvo prova contraria sono considerati frutto di evasione (si è invertito infatti l'onere della prova: chi ha i capitali all'estero deve dimostrare la loro provenienza lecita, e non più il contrario; nda)”.

Per capire le ragioni del successo della politica di contrasto all'evasione fiscale, interessante questa intervista ad Attilio Befera, Direttore dell'Agenzia delle Entrate, fatta nel marzo di quest'anno. nella quale illustra la sua impostazione: «vogliamo fare una lotta all'evasione mirata, colpendo i veri evasori, senza sparare nel mucchio, individuando attraverso l'uso di nuove tecnologie i settori economici e i territori in cui è più alta l'evasione». «Questa attività dovrebbe permetterci di mantenere lo stesso livello di incassi, spalmando la lotta all'evasione su tutti i contribuenti e facendo un contrasto forte nei confronti delle situazioni fraudolente, come la compensazione di crediti iva inesistenti». Uno degli strumenti più efficaci è risultato essere il cosiddetto accertamento sintetico, attuato mediante «l'avvio di una campagna di acquisizione dati per attribuire a questo strumento il massimo dell'efficacia».

Nessun rimpianto per Visco, dunque.

Update - Qualche informazione interessante su Attilio Befera, la sua formazione, i suoi incarichi precedenti e il precedente successo con Equitalia, tratte dalla nota ANSA uscita il 21/5/2008 in occasione della sua nomina attuale a Direttore delle Agenzie delle Entrate:
Attilio Befera, 62 anni il mese prossimo, è attualmente l’amministratore delegato di Equitalia, la società che cura per lo Stato la riscossione coattiva delle imposte (ma anche il recupero delle multe non pagate per gli enti locali). Laureato in economia e commercio con 110 e lode, Befera proviene dal mondo bancario, è stato super-ispettore del Secit ed ha già guidato l’Agenzia delle Entrate per alcuni mesi in un periodo di interregno tra la direzione di Raffaele Ferrara e il ritorno del direttore ora dimissionario Massimo Romano. Nel mondo fiscale Befera è stato chiamato da Vincenzo Visco, durante il primo governo Prodi, ma è poi rimasto ai vertici dell’amministrazione finanziaria anche durante i cambi di governo che si sono succeduti. Di fatto il suo ruolo all’interno dell’Agenzia delle Entrate, dove è stato a lungo il ‘numero due’, è stato caratterizzato dalle sue precedenti esperienze di tipo creditizio. In particolare è stato l’interfaccia del mondo bancario ed ha curato la verifica e il controllo dell’attività di recupero da parte delle società della riscossione (in gran parte rappresentate da banche). La recente riforma del settore della riscossione, realizzata da Tremonti alla fine del suo precedente mandato come ministro dell’Economia, lo ha visto come uno dei protagonisti: ha infatti costruito la società Equitalia – che è controllata dall’Agenzia delle Entrate, dall’Inps ma anche dal mondo bancario – seguendo passo passo le molte operazioni che hanno portato alla fusione dei settori-riscossione che le diverse banche avevano in tutta Italia, assorbendone anche il personale. Il settore è così ritornato direttamente sotto il controllo pubblico, con un recupero anche di efficienza nella percentuale degli incassi, dovuto anche all’adozione di normative più stringenti che hanno reso difficile per gli evasori la possibilità di continuare ad aggirare il fisco una volta scoperti.(ANSA).

2 commenti:

Unknown ha detto...

è da tempo che cercavo un pò di verità sul recupero di somme da evasione. Grazie
Vito

nicknamemadero ha detto...

Hai ragione: non sempre è facile trovare certe notizie, anche se di una certa rilevanza come questa.