lunedì 27 luglio 2009

Un nuovo 25 luglio, anche se non del prossimo anno


Certamente Silvio Berlusconi non cadrà per una vicenda come quella del D'Addario-gate. Certamente il suo attuale governo sta agendo con un ampio consenso popolare, con già notevoli successi dell'azione perlomeno di alcuni suoi ministri (Brunetta, Tremonti, Zaia, Maroni, per citarne alcuni). Certamente, aldilà delle critiche che gli vengono mosse, Berlusconi ha dimostrato e continua a dimostrare una capacità di leadership nel suo schieramento indiscussa e indiscutibile, forse insostituibile (basti pensare al problema del tenere assieme Lega, ex-AN, e tutte le anime del PDL, nascente 'partito-del-sud' compreso). Tuttavia occorre riconoscere alcuni elementi oggettivi: 1) Silvio Berlusconi a settembre compirà 73 anni, ed a fine mandato dell'attuale governo ne avrà 77; 2) sondaggi a parte, c'è una larga parte dei cittadini, anche tra i suoi stessi sostenitori, che mal tollera certi suoi aspetti comportamentali e personali; 3) se non ora, quando sarebbe il momento di preparare la sua - inevitabile - successione alla guida del PDL?

Scrive Giampaolo Pansa: "In questi giorni sto presentando il mio ultimo libro in diverse città del centro-nord. E ho di fronte un pubblico in gran parte moderato, dove gli elettori del Popolo delle Libertà sono numerosi. Molti di questi mi presentano in forme diverse due domande. La prima domanda è quasi obbligata: quanto tempo potrà durare Berlusconi sotto questa offensiva senza soste? La seconda, che si affaccia con una frequenza sempre maggiore, dice così: siamo sicuri che il premier faccia bene a non ritirarsi, rischiando di procurare un danno irrimediabile al suo governo, alla sua maggioranza e, in definitiva, anche a noi che lo abbiamo mandato a Palazzo Chigi?" (...) "Che cosa ne pensano big come Gianni Letta, Giulio Tremonti e Gianfranco Fini? Se la memoria non m’inganna, non hanno mai aperto bocca in difesa del premier. Ritengo che dovrebbero parlare. E soprattutto agire. Nell’unica direzione utile al paese: convincere Berlusconi a ritirarsi." (...) "I capi del Pdl dovrebbero fare un passo in avanti e dar vita a un nuovo 25 luglio (il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo obbligò Mussolini alle dimissioni; ndnick). Anche loro debbono liberarsi di un leader andato in frantumi. Sarà soltanto un’azione di legittima difesa. Per se stessi e per i loro elettori."

Pur dissentendo dall'opinione di Pansa sul fatto che Berlusconi sia un leader "andato in frantumi" - la mia impressione è tutt'altra: soprattutto ora è forte ed indispensabile come non mai - e dunque pure sulla necessità di un nuovo Gran Consiglio per costringerlo alle dimissioni, ritengo tuttavia giusto, anche in base alle considerazioni sottolineate prima, pensare già oggi al futuro, prepararsi, perlomeno cominciare già oggi a porsi il problema. Per non doversi poi trovare nella condizione di doverlo affrontare improvvisamente e drammaticamente.

Quest'anno il 25 luglio è già passato. Sicuramente ne passerà un altro e forse un altro ancora. Ma un 25 luglio per Silvio Berlusconi dovrà arrivare. La cosa migliore sarebbe che lo programmasse lui stesso. Per non dare all'Italia un altro 8 settembre.

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