Questa è
Repubblica:
"Siamo tutti farabutti perché vogliamo una stampa (e una tv) libera!!!!". Dieci domande, più una undicesima a sorpresa. E tutti con Repubblica sotto il braccio. Gli organizzatori del Festival del giornalismo di Perugia porteranno nei prossimi giorni in piazza del Popolo a Roma uno striscione con le dieci domande del nostro giornale. La manifestazione era prevista per il 19 settembre ma la tragedia dei militari italiani in Afghanistan ha indotto gli organizzatori a rinviare al 3 ottobre l'appuntamento
Una presa di posizione importante da "dentro" la categoria: il Festival di Perugia ospita ogni anno le migliori firme del mondo, è molto presente sui social network e sperimenta ogni giorno i nuovi linguaggi della comunicazione.
E noi invitiamo i lettori a inviare una loro foto con la scritta "Siamo tutti farabutti" oppure uno scatto mentre mostrano una copia di Repubblica.
Questo è
Giampaolo Pansa:
L’unica conseguenza positiva del massacro di Kabul è stato il rinvio della grande adunata in difesa della libertà di stampa. Mi rendo conto di affiancare due fatti tragicamente diversi. Da una parte, la morte di sei nostri soldati che in Afghanistan rischiavano la vita anche per la nostra libertà. Dall’altra una manifestazione politica, fondata su presupposti sbagliati. Il vertice della Fnsi, il sindacato dei giornalisti, ha garantito che l’incontro di Roma si terrà fra quindici giorni. Ecco un lasso di tempo utile a riflettere su alcune questioni. (...) D’Alema ha anticipato tutte le mosse del Cavaliere. A cominciare dalla richieste spropositate di danni. Presentate da Max all’Espresso e al Corriere della sera, così come adesso ha fatto il premier verso Repubblica e l’Unità. Contro D’Alema la sinistra ha protestato? Ha portato in piazza i militanti? No, mai. Perché contro il Caimano sì e contro Baffino d’Acciaio no? Ai posteri la non ardua sentenza. La seconda questione riguarda il vero regista della manifestazione. Il promotore ufficiale è il sindacato unico dei giornalisti. Ma anche i bambini sanno che tutto avverrà perché lo ha deciso Repubblica. Se il quotidiano diretto da Ezio Mauro fosse stato contrario all’iniziativa, la Fnsi e i superstiti partiti di centro-sinistra non si sarebbero mossi. (...) È in largo Fochetti che si decide l’agenda politica della sinistra italiana. E adesso anche l’agenda della Fnsi. Senza il sostegno costante di Repubblica, il capo del sindacato, Franco Siddi, sarebbe un giornalista quasi sconosciuto, escluso dalla tivù e dalle interviste. (...) Il terzo fatto su quale riflettere è la strategia messa in atto dalle sinistre per combattere Berlusconi. Proprio perché sempre più deboli e sottomessi al super-comando di Repubblica, molti leader del centro-sinistra alzano di continuo il livello delle accuse al Cavaliere. Con il risultato di accentuare un delirio antifascista contro un avversario che, pur sbagliando molte mosse, non può essere ritenuto un nuovo Mussolini. (...) Su Antonio Di Pietro non è necessario aggiungere più nulla. Due giorni fa ha sostenuto che il premier è il nuovo Saddam Hussein. E a questo punto non gli resta che uccidere il Caimano. O chiedere a Obama di inviare in Italia un robusto contingente militare. Con l’obiettivo di catturarlo e impiccarlo.
Chi sono i farabutti? Chi fa libera stampa? E, soprattutto, chi fa migliore informazione?
Nessun commento:
Posta un commento