sabato 3 ottobre 2009

La censura dei contrari alla censura


«Denunciare che in Italia la libertà di stampa è in pericolo è un assurdo».
L’informazione «è diventata il teatro di uno scontro di potere» e la manifestazione di Roma «fotografa una disparità: è stata convocata contro la decisione del premier di querelare Repubblica e l'Unità. Si contestano due sole querele e non quelle che colpiscono altri giornali, magari di diverso orientamento».
«Mi chiedo: è possibile che la libertà di stampa sia stata messa in pericolo solo dalle querele di Berlusconi?»
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In Italia «si ha una strana concezione del pluralismo dell’informazione: ci sono giornali che si considerano depositari della verità, che giudicano gli altri che la pensano in modo diverso come nemici o servi. Chi ha questa concezione manifesta contro un ipotetico regime politico, per insediare un inaccettabile regime mediatico».


Questi i concetti più significativi espressi da Augusto Minzolini, direttore del TG1, nel corso del suo editoriale nel telegiornale di ieri alle 20. Questo editoriale, oltre a rinfocolare una polemica già in atto nei confronti di Minzolini da parte di tutta l'opposizione che lo accusa di essere schierato su posizioni filo-governative, ha scatenato le furibonde proteste degli organizzatori alla manifestazione 'contro il bavaglio all'informazione'. Aldilà del fatto che i concetti espressi da Minzolini nell'occasione sono assolutamente razionali, fondati e legittimi - per il sottoscritto sacrosanti - tanto da essere stati condivisi, almeno nella sostanza, da numerosi altri giornalisti, anche tra i non sospettabili di servilismo nei confronti di Silvio Berlusconi come
Antonio Polito, Antonello Piroso, Giampaolo Pansa che hanno dichiarato la loro consapevole non-partecipazione a quella manifestazione, ma non è un paradosso che quelli che sono scesi in piazza a manifestare 'contro la censura e l'intimidazione alla stampa e ai liberi giornalisti' condannino una libera opinione di un altro giornalista che non condivide la loro? Sostanzialmente, non si è liberi di ritenere - e sostenere - che la libertà di stampa in Italia ci sia, i problemi dell'informazione, che ci sono, essendo dipendenti da altri fattori? Uno dei fattori principali dei quali è l'uso del giornalismo per una finalità diversa dall'informazione e dalla libera espressione (come sostenuto anche da Filippo Facci)? Che anche il voler cavalcare il tema della denuncia della mancanza di libertà di stampa sia in realtà solo una modalità di azione politica?

“Coloro si sono scagliati contro il direttore del Tg1 - sottolinea Mario Ferrara, senatore del Pdl e vice presidente della Commissione Finanze e Tesoro di palazzo Madama - dimostrano con i fatti di essere tutt’altro che difensori del diritto costituzionale garantito dall’art. 21, ma perfetti sostenitori del pensiero unico di parte, la loro”.

Dunque forse hanno avuto ragione coloro che hanno manifestato ieri denunciando il tentativo di censura alla libera espressione: proprio come quella che loro vorrebbero si applicasse a Minzolini.

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